Principali cause di incidente in parapendio
Errori di pilotaggio in volo
Sono gli errori più frequenti ma fortunatamente molti possono essere risolti senza conseguenze per il pilota. In questo caso il parapendio ha un rischio potenziale molto più basso rispetto ad altri sport. Basta a pensare ad una Mountain bike lanciata su una discesa ad alta velocità: ogni minimo errore può portare ad un infortunio. Lo stesso vale per una moto che corre ad alta velocità su una strada: anche in questo caso un minimo errore del giudatore o di un altro veicolo può avere conseguenze disastrose. Un parapendio che vola invece ha un margine di sicurezza proporzionato alla distanza che lo separa dal terreno. Un parapendio che vola a 3000 metri dal suolo (anche se la legge italiana lo vieta: si puņ volare ad una altezza massima di 150 metri nei giorni feriali e di 300 metri nei giorni festivi) è molto più sicuro di uno che sta volando a pochi metri dal costone della montagna. Configurazioni inusuali Il parapendio è una vera e propria macchina volante e la vela è un'ala che per volare ha bisogno di una certa velocità per generare la portanza necessaria. In condizioni di aria calma qualsiasi vela omologata è in grado di volare da sola con un regolare moto rettilineo, senza alcun intervento del pilota. Più le condizioni termiche e di vento sono sostenute e più la vela è avanzata, maggiore sarà lo sforzo richiesto dal pilota per mantenere la vela in assetto. La maggior parte dei piloti che hanno volato in termica hanno sperimentato una "chiusura". In questi casi la vela perde pressione facendo precipitare il pilota per alcuni metri fino a che la velocità permette alla vela di riaprirsi. Le omologazioni Dhv dovrebbero garantire sempre una riapertura della vela in caso di chiusura senza l'intervento del pilota. In realtà le omologazioni vengono sempre fatte in aria calma e con vele non ancora in produzione. Questo significa che la vela che stiamo volando non ha effettuato il test, che è stato invece eseguito su un'altra della stessa taglia che dovrebbe essere identica alla nostra. Non esiste un controllo estenro alle case produttrici sulle tolleranze delle singole vele. Spesso si sente dire dai piloti più accreditati che alcune vele volano meglio di altre dello stesso modello e taglia. Inoltre le omologazioni Dhv riguardano una serie di configurazioni inusuali predefinite e non comprendono assolutamente tutte le situazioni in cui un pilota si può trovare. In particolar modo vengono esaminate le chiusure frontali (normali e con l'acceleratore) le chiusure asimmetriche, stalli e viti. Nella maggior parte di questi casi l'uscita dalla configurazione inusuale è immediata e senza conseguenze, ma purtroppo in altri non è così. E' il caso ad esempio dell'amico Massimo: provare ad innescare la figura acro dell'elicottero ha comportato una serie di configurazioni incontrollabili che gli hanno fatto perdere più di 500 metri di quota. Fortunatamente la vela ha poi ripreso a volare, consentendogli di atterrare sano e salvo. Non è il caso di un pilota che ha avuto una chiusura alla gara del monte Bronzone dle Campionato Lombardo di Parapendio il 15 aprile 2007: il suo Trango ha iniziato una serie interminabile di chiusure. Era sotto i miei occhi e nemmeno uno stallo totale è servito a riprendere il volo normale. Fortunatamente ha avuto anche il tempo di lanciare il paracadute d'emergenza e atterrareincolume sugli alberi. Collisioni in volo Purtroppo la nostra visuale è limitata ad un ristretto angolo davanti a noi. Per tutta la prudenza che possiamo impegare difficilmente ci accorgeremo della presenza di un pilota proprio sulla nostra verticale e che si sta avvicinando troppo da dietro. Specialmente durante le gare ci si trova in volo con decine e decine di vele, a girare nella stessa termica. E' impressionante trovarsi in termica con decine di altri piloti che seguono il nostro stesso percorso. Più è elevata la professionalità dei piloti minori sono le distanze tra le vele. Ai campionati mondiali capita di girare una termica completamente circondati da altri piloti. Un errore in questo caso potrebbe essere fatale. E' stato il caso dell'incidente accaduto nei Campionati Italiani di Parapendio 2007 - classe Standard disputati a Montoso - Rucas (Cuneo) il 9 e 11 marzo 2007, dove ha perso la vita il pilota Alberto Togno. O del caso del pilota Pierre Gonthier, pilota di deltaplano deceduto il 24 settembre 2005 in seguito ad una collisione con un parapendio alla coupe Icare a St. Hilaire du Touvet. O del caso di due cittadini Polacchi a Bassano del Grappa il 18 settembre 2004. In alcuni casi la collisione può avere conseguenze meno tragiche, come quella avvenuta tra un deltaplano ed un parapendio Sabato 26 giugno 2004 nei cieli di Gioia dei Marsi, durante lo svolgimento della manifestazione "Gioia 2004". In questo caso non ci sono state vittime e i piloti hanno riportato solo ferite e fratture.
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