MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

Principali cause di incidente in parapendio

 

Errori di pilotaggio in atterraggio

Errata impostazione della manovra di atterraggio

L'atterraggio è una manovra che richiede molta concentrazione e abilità: il pilota deve calcolare, ancora in volo, l'intensità del vento nei pressi dell'atterraggio e di conseguenza la quota alla quale iniziare l'ingresso nel campo. Una errata valutazione del vento può portare ad effettuare un atterraggio troppo lungo o troppo corto con il rischio di collisione con ostacoli fissi o mobili.

Altro rischio è quello di atterrare con il vento alle spalle, per un'errata valutazione o per una repentina variazione della sua direzione. In questo caso la velocità di atterraggio può essere notevole comportando un rischio di traumi. Sull'erba o sulla neve si possono limitare i danni con un effetto di scivolamento.

Urto contro ostacoli fissi e mobili

Ostacoli fissi possono essere alberi, pali, cavi dell'alta tensione, caseggiati, gru, cancellate eccetera.

Particolare attenzione va prestata ai cavi dell'alta tensione che spesso in volo non si riescono ad individuare. Vanno studiati ed individuati in base all'andamento dei pali che li sostengono. Una eventuale collisione può portare a:

  • Folgorazione: è il caso dei pilota che si trova in contatto contemporaneamente con due cavi o con un cavo ed il terreno. Nel caso in cui un pilota si dovesse trovare illeso appeso ai cavi dovrebbe fare attenzione a tutto quello che potrebbe creare un passaggio di corrente con il terreno, specialmente non far cadere in nessun modo il paracedute d'emergenza.
  • Precipitazione: una vela che urta con il bordo d'attacco contro un cavo si arresta immediatamente, smettendo di fatto di volare. Il pilota in questo caso precipita senza aver il tempo di lanciare il paracadute di emergenza o senza che la vela principale si possa riaprire.

Ostacoli mobili possono essere automobili, treni, elicotteri, barche, deltaplani o altre vele da parapendio. Oltre al rischio di collisione il passaggio di un mezzo veloce come un treno può causare una forte turbolenza che renderà il parapendio difficile da controllare.

In caso di vento forte anche gli ostacoli fissi possono creare turbolenza e vanno evitate le zone sottovento che vengono generate.

Il tribunale di Vicenza ha recentemente condannato un pilota di biposto al risarcimento dei danni occorsi alla sua passeggera in atterraggio. Si era fratturata una gamba.

Annegamento

Spesso nelle zone di volo sono presenti il mare, laghi e fiumi. Ovviamente l'atterraggio in acqua è sempre da evitare ma ci sono casi in cui è inevitabile. Ad esempio è successo più volte a Monterosso che alcuni piloti non siano riusciti a fare quota sopra punta Mesco, finendo inevitabilmente in acqua. Inoltre in situazioni di forte pericolo l'atterraggio in uno specchio d'acqua potrebbe rappresentare il male minore. Il rischio in questi casi è di trovarsi intrappolati nell'imbrago e, ancora peggio, attorcigliati nei cordini come un pesce nella rete. Alcuni instruttori che trattano l'argomento consigliano di sganciare l'imbrago e gli scarponi qualche metro prima dell'ammaraggio, ma non esite un protocollo didattico riconosciuto.

Inoltre, la particolare conformazione delle sellette moderne, con una grossa protezione sulla schiena, tendono a galleggiare, rovesciando il pilota che rimane girato verso l'acqua. E' il caso dell'incidente occorso a Luciano Davini deceduto il 20 Aprile 1998 a 49 anni. Decollato dal monte Pizzocolo è annegato nel Lago di Garda nei pressi di Toscolano Maderno.

Un altro rischio da non sottovalutare è l'atterraggio nell'alveo di un fiume. In molte località di montagna il letto del fiume presenta ampi spazi per atterrare, speciamente con il fiume completamente o parzialmente in secca. Il rischio in questo caso è che, completata correttamente la fase di atterraggio, la vela potrebbe cadere nella corrente del fiume, trascinando il pilota che non ha nessuno strumento per liberarsi velocemente. In questo caso è utile avere un coltello per tagliare la selletta.

Stallo

Prima di mettere i piedi a terra il pilota compie una manovra di stallo frenando la vela fino a non farla volare più. Questo facilita l'atterraggio riducendo la velocità ed il tasso di caduta. Uno stallo eseguito con troppo anticipo può però causare la precipitazione del pilota con conseguente rischio di traumi agli arti inferiori. Questo tipo di incidente è legato anche al gradiente vericale del vento: solitamente il vento in prossimità del suolo ha una velocità inferiore e questo può causare quindi uno stallo involontario in caso di freni anche solo parzialmente trazionati.

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