Monte Adamello m. 3.539
3 Luglio 2004 :Malga Caldea (1584)- rifigio Garibaldi
(2548 mt)
Ore 13.30: Siamo alla malga Caldea. Ho con me 3 etti
di speck, un etto di lardo, un grosso pezzo di formaggio della Valcmonica
stagionato, maionese, tre panini bianchi e un grosso pane di segale.
Mangio subito i tre panini bianchi con un po di formaggio, speck
e lardo. Preparo il grosso panino di segale con il largo e lo speck
che avanza per la giornata di domani.
Alle 14.00 ci mettiamo in marcia: la giornata è bella
e fa caldo. Saliamo velocemente su una ripida strada asfaltata con
i pesanti zaini.
In poco meno di un'ora siamo sopra il Laghetto dell’Avio.
Ci fermiamo a prendere il sole mentre aspettiamo Renata,
Giulia e Ludovico, che ci raggiungono verso le 15.30 alla diga tra
il lago d'Avio e il lago Benedetto.
Ore 16.52: altra pausa di riflessione in compagnia
di alcuni erbivori alla Malga Lavedole, 2044 mt. Approfitto della
pausa per sdraiarmi un attimo e mi addormento per qualche istante.
Mi risveglio, e sentendo il fresco della brezza ed il rumore del
vicino torrente, mi sembra di essere a casa sdraiato sul letto con
il condizionatrore acceso... Fortunatamente è solo un sogno!
Altra pausa nella parte finale del tragitto verso
il rifugio Garibaldi, chiamata "Clavario". Sono le 18.00 e ci raggiunge
Adriano che è tornato indietro per aiutarci. Mi fermo ancora una
mezz'ora circa e lo lascio perchè vuole aspettare Giulia. Ci informiamo
e alcuni escursionisti dicono che l'hanno vista seduta che mangiava
un panino un centinaio di metri piu in basso.
La cena: Mi stupisco quando nel menù vedo che ci sono
gli spaghetti: mi chiedo quale marchingegno abbiano inventato per
fare gli spaghetti a questa altitudine. E' infatti noto che in quota,
essendo minore la pressione atmosferica , la temperatura di ebollizione
è sensibilmente inferiore a 100 gradi. Cucinare la pastasciutta
a 85 gradi porta a risutati prevedibilmente disastrosi.
Infatti nei classici menu di tipici di montagna non
compaiono mai gli spaghetti ma validissime alternative come pizzoccheri,
malfatti , sciatt, canederli,
spatzli, strozzapreti, taroz e
vari altri tipi di minestre. Vedendo gli spaghetti nel menu mi chiedo
quale trovato tecnologico utilizzeranno per cuocere una buona pasta...
Purtroppo i miei sospetti sono confermati.
La cena è davvero terrificante: a partire dagli spaghetti
all'arrabbiata che di arrabbiato hanno solo i commensali quando
la vedono, al secondo con patate che grondano olio, al vino rosso
che sembra un aceto invecchiato e refrigerato, al dolce che sembra
davvero la "ciliegina sulla torta". Credo di non aver mai mangiato
nulla di più cattivo e avanzo la crostata al primo morso. Non so
capisce perchè in moltisimi rifigi si mangi così male.
Visti i costi così alti di trasporto (una bottiglia
di acqua 2,60 Euro il che significa più di 2 euro solo di trasporto)
non sarebbe opportuno scegliere cibi di qualità? Ci si abitua a
tutto, specialmente chi è va in montagna, ma le ascensioni sarebero
sicuramente più gradevoli se accompagnate da una buona cucina. Quando
arriva il momento di pagare il conto ci sono attimi di caos: ma
quanti siamo? 18 o 19? Il dubbio viene fugato e il conto corretto.
4 luglio 2004 Rifugio Garibaldi - Vetta Monte Adamello
Ci svegliamo alle 3.50, facciamo colazione con pane,
burro e marmellata e ci prepariamo alla partenza. A quest'ora il
tempo vola e lasciamo il rifugio solo alle 4.45. Fuori è ancora
buio ma la luna è quesi piena e illumina i nostri primi passi.
Facciamo il giro del lago e lo attraversiamo passando
sopra la diga. Sono le 5.10 esiamo sopra uno spesso strato di nuvole
basse mentre il sole sta per sorgere.
Ore 6.00: saliamo sul nevaio verso il passo Brixio.
Alle 6.15 siamo ll'attacco della ferrata che porta
al passo Brixio. Ci imbraghiamo e risaliamo la ferrata su tratto
molto friabile. Siamo accompagnati da un pioggia di sassi che cadono
per il passaggio di altri escursionisti prima di noi. Mi stupisco
anche perchè ad un certo punto mi accorgo che uno dei moschettoni
che tiene la catena della ferrata è aperto. Non capisco come nessuno
lo abbia ancora stretto: lo avvito e procedo con cautela per non
far cadere sassi. In questo tratto sarebbe opportuno indossare il
casco che però non abbiamo portato.
Alle ore 6.45 finalmente vediamo il sole: siamo arrivati
al passo Brixio (o Brizio - da Pietro Brizio, guida alpina che nel
1872 raggiunse insieme a Battista Bassi, Andrea Boldrini e Rudolf
Brehm e altri la vetta). Siamo a 3149 metri sul livello del mare
e il panorama ci ripaga degli sforzi e delle fatiche fatte. Scattiamo
alcune foto mentre aspettiamo Adriano che si attarda per aiutare
Ugo che è in difficoltà. Nel frattempo la batteria della macchina
fotografica si esaurisce per il freddo: sono costretto a collegarla
ad un pacco batterie esterno che ho preparato per l'occasione. Rosicchio
un po di formaggio per integrare le energie perse.
Dal passo Brizio vediamo altre cordate che si stanno
preparando al Pian di Neve. Anche noi ci prepariamo e indossiamo
gli imbraghi. Riusciamo a rimetterci in marcia, fatte le cordate
e indossati i ramponi non prima delle 7.30.
Procediamo in cordata lentamente verso il Corno Bianco
e superiamo la paretina ripida che porta in cresta.
Ore 8.43: superate le roccette al Corno Bianco scendiamo
verdo il ghiacciaio dell'Adamello. La vetta sembra ancora molto
lontana. Ci fermiamo un attimo dopo la discesa per raccogliere le
ultime forze. Sgranocchio un paio di barrette di cioccolato e muesli.
Sono le 9.42 quando lasciamo i ramponi e la corda
prima dello strappo finale su roccia. Ci sono passaggi di secondo
grado e Ugo si ferma: non se la sente di salire.
Alle 10.18 sono finalmente in vetta, dopo quasi 5
ore e mezza dalla partenza. Penso che chi è rimasto a casa probabilmente
sta ancora dormendo! Sullo sfondo Tony si gusta il panorama fumando
una sigaretta.
Approfitto per mangiare il grosso panino di segale
che con lardo e speck che avevo preparato già ieri pomeriggio. Dopo
mezz'ora che siamo in vetta, senza nemmeno avere il tempo di finire
il panino, le nuvole ci raggiungono coprendo tutta la visuale. La
visuale è ancora buona (ci sono più di dieci metri di visibilità)
ma mi affretto a scendere temendo un peggioramento ulteriore.
Sono le 11.22 quando riformiamo le cordate per scendere,
questa volta senza ramponi per essere più veloci.
Dilemma: risalire al Corno Bianco o fare il giro più
lungo evitando la salita? Optiamo per la prima soluzione che poi
si rivela vincente.
Sono le 12.41 e la stanchezza si fa sentire. Siamo
in cammino ormai da otto ore e ci aspetta ancora una lunghissima
discesa.
Alle 13.11 siamo di nuovo al passo Brizio e ci prepariamo
a scendere la ferrata. Scartiamo la possibilità di scendere i doppia.
La ferrata che abbiamo percorso all'andata. Sono le
13.30 e cerco di affrettarmi per evitare la pioggia di sassi.
Finalmente siamo quasi al Rifugio Garibaldi. Sono
le 14.15 e siamo scesi velocemente dal nevaio.
Ore 14.24. Attraversiamo la diga Enel. Siamo praticamente
arrivati al Rifugio, ma ci aspettano ancora alcune ore di discesa
per arrivare all'auto. Tra salita e discesa abbiamo impiegato circa
10 ore.
Alle 18.20 siamo finalmente al parcheggio dove abbiamo
lasciato l'auto. Abbiamo camminato facendo pochissime soste per
13 ore e mezza. Sognamo già un letto ma non sappiamo ancora che
troveremo chilometri e chilometri di coda
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