Appuntamento alle 12.00 in stazione. Il sito delle Ferrovie
dello Stano non si capisce quali treni ci siano per Caloziocorte. Alla
biglietteria self service (inutilizzabili le biglietterie centrali a
causa delle lunghissime code) acquistiamo 2 biglietti con cambio treno
a Lecco.
Saliamo di corsa sul teno ma Massimo si dimentica di obliterare. Facico
una corsa dal capotreno che ci suggerisce di scendere a Monza e salire
sul treno proveniente da Porta Garibaldi. Sendiamo a Monza ma capiamo
subito che il consiglio era pessimo. Dobbiamo attendere parecchio tempo
e il nostro treno arriva a destinazione alle 13.40, 20 minuti dopo l'orario
suggerito dalla biglietteria self. Scendiamo a caloziocorte e percorriamo
i 400 metri che ci separano dall'Adda con le canoe in spalla. Gonfiamo
le canoe sotto un sole cocente e salpiamo a favore di corrente. Il fiume
scorre lentamente tra folti canneti e le colline pedemontane.
Appena dopo Brivio la corente si fa più forte ed incontriamo
un canoisa che ci segnala un altro pagaiatore incagliato su un'isola.
Hanno già chiamato soccorso ma proviamo comunque ad aiutarlo.
Si è rovesciato a monte dell'isola e la corrente lo ha trascinato
contro alcuni rami. E' una lunga canoa rigida ed è intrappolata
sott'acqua. Cechiamo di avvicinarci ma la corrente è davvero
forte. Sfruttiamo le morte dietro i tronchi e con un po di rincorsa
riesco a salire il gradino di una piccola rapida.
Mi aggrappo ad un ramo e sbarco vicino al canoista. Lancio
una cima a Massimo che ci raggiunde. In tre riusicamo a sollevare la
pesantissima canoa e a svuotarla parzialmente. Lo aiutiamo a risalire
e ad allontanarsi dalla trappola. Riprendiamo la nostra navigazione
fino ad Imbersago, dove vorremmo fermarci per bere qualcosa.
Con grande stupore vediamo un affollamento di gente incredibile.
La coda al bar è mostruosa e dobbiamo rinunciare ad abbeverarci.
E' in corso una gara di canoe di cartone, la soap kayak race: diversi
equipaggi si sfidano a tempo ad effettuare un determinato percorso sul
fiume. Presente anche alla manifestazione Legambiente: purtroppo non
riusciamo a capire cosa ci sia di ecologico in una gara che prevede
l'utilizzo di ben 8 chilometri di nastro adesivo per tenere insieme
le imbarcazioni.
Ripartiamo lasciandoci la folla alle spalle e sbarchiamo appena prima
della centrale idroelettrica. Ci raggiungono anche Massimo e Renata
che abitano a Robbiate. Qui sgonfio la canoa per superare le varie centrali
che troveremo sulla nostra strada. Massimo preferisce portarsi la canoa
in spalla e sfruttare ogni metro di acqua per andare avanti. Appena
dopo la diga si prodiga in un altro salvataggio: una gallina disperata
è finita in una chiusa e non riesce più ad uscire. Si
fa salvare dalla canoa pneumatica e viene accolta con un applauso degli
spettatori. Proseguiamo camminando e pagiando, cercando di valutare
la percorribilità in canoa di questo tratto dell'Adda.
Seguendo la ciclabile arriviamo finalmente ad
un bar dove beviamo e mangiamo ottimi panini. E' un vecchio stallazzo
dove si fermavano i cavalli a riposare ed è stato innaugurato
oggi come punto di ristoro gestito
dalla pro-loco. Prezzi bassissimi e la possibilità di pranzare
ne fanno un'ottima meta per il turismo della zona.
Chiediamo informazioni e troviamo un canoisa esperto che
ci spiega che il trratto sarebbe percorribile in canoa ma molto pericoloso.
E' già stato fatto in passato ma si è verificato anche
un incidente mortale. Ci consiglia di imbarcarci a valle delle rapide
ma sono già le 19 e iniziamo a chiederci come rientrare. Purtroppo
a Trezzo d'Adda non ci sono stazioni ferroviarie e Cassano d'Adda dista
più di 15 chilometri in linea d'aria. Disponibilissimi, i gestori
del ristoro si offrono per darci un passaggio alla stazione.
Ci facciamo accompagnare a casa di Massimo, dove recuperiamo
la sua auto. Da li ci accompagna a casa dei genitori di Valeria che
ci prestano la loro auto per rientrare a Milano.
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