Lo Stambecco
Questo
famoso e bellissimo mammifero, anticamente presente nelle
zone del Parco dello Stelvio, era scomparso prima del 1700.
L'ambiente, in particolare la Val Zebrù nel settore
lombardo, pareva essere particolarmente adatto ad una sua
reintroduzione: così, tra il 1967 ed il 1968, sono
stati immessi (provenienti dalla Riserva Svizzera di Piz
Albris), 29 capi, di cui 14 maschi e 15 femmine.
L'esperimento ha avuto un grande successo, tanto che ora
la popolazione supera gli 800 capi, facilmente avvistabili
anche a distanza abbastanza ravvicinata, dato il carattere
tranquillo dello stambecco.
Le corna nel maschio sono imponenti (anche oltre 1 metro
di lunghezza) con grossi rilievi (anelli), mentre nelle
femmine somigliano a quelle delle capre.
Femmine e piccoli fino a tre anni formano branchi molto
numerosi, mentre i maschi adulti vivono solitari o in piccoli
gruppi.
Il periodo degli amori cade tra dicembre e gennaio, i piccoli
(generalmente uno, raramente due) nascono a giugno.
Lo Stambecco ha origini remote, oltre 15 milioni di anni fa,
quando nellAsia Centro-occidentale vivevano varie forme
di capra selvatica che, durante le glaciazioni, circa 40.000
anni fa, si spinsero verso lEuropa.
Diffuso in tempi storici su tutto lArco Alpino, fu
da sempre preda ambita da parte delluomo che lo cacciò
fino a portarlo a rischio di estinzione.
Nel Massiccio del Gran Paradiso ai primi del 800
erano presenti meno di 100 esemplari, unico nucleo sopravvissuto
ad una caccia indiscriminata.
Grazie a severe misure di protezione attuate dai Re di
Casa Savoia, il popolamento negli anni sincrementò,
permettendo in seguito importanti progetti di reintroduzione
sullintero Arco Alpino. Documenti storici testimoniano
la presenza dello Stambecco sulle Alpi Cozie nel 1669; si
presume che la sua scomparsa sia avvenuta verso la fine
del 700.
Il ritorno nel Massiccio del Monviso
Il primo tentativo di reintroduzione nel Massiccio del Monviso
risale al 1978, quando nella vicina Val Pellice furono immessi
quattro esemplari. La colonia fu in seguito potenziata con
altri capi, sempre provenienti dal Parco Nazionale del Gran
Paradiso, per un totale di 11 esemplari, e nel 1993 con
altri 11 capi, catturati a Balme nelle valli di Lanzo (TO).
Nel 1995 e 1998 il confinante Parco francese del Queyras
vara un programma di reintroduzione e studio transfrontaliero
della specie, nellambito delle iniziative Comunitarie
Interregg.
Provenienti dal Parco Nazionale della Vanoise vengono immessi
26 stambecchi nellalto vallone del Guil.
Negli ultimi anni altre reintroduzioni sono avvenute nelle
vallate cuneesi.
Gli esemplari immessi sul versante italiano sono stati muniti
di marche auricolari colorate mentre a quelli liberati sul
versante francese sono stati applicati dei radiocollari
per studiarne le migrazioni stagionali e luso del
territorio.
La presenza nel Parco del Po
Lo Stambecco da alcuni anni è ritornato a far parte
del paesaggio faunistico dellalta Val Po, occupando
territori che nessun altro ungulato, sia selvatico che domestico,
potrebbe utilizzare, rivestendo così un importante
ruolo non soltanto biologico ma anche ambientale.
Lalta Valle Po si sta rivelando come una delle principali
aree di estivazione per la specie nel Massiccio del Monviso.
Con lausilio della telemetria e dei censimenti realizzati
in questi anni, si è potuto stabilire che la specie
occupa circa 800-1000 ettari allinterno del Parco
del Po Cuneese.
Le zone più utilizzate si trovano nei pressi del
Colle delle Traversette, m.2950, del Rifugio Giacoletti,
m.2741 e del Rifugio Quintino Sella.
Sulle pendici del Monviso sono stati osservati degli Stambecchi
fino a 3200 m di quota, a dimostrazione della grande adattabilità
alle alte quote di questo ungulato. Alcuni capi dotati di
radiocollare, seguiti in alta Valle Po nel periodo estivo,
hanno svernato a circa 30 Km. di distanza a sud, nei pressi
del Colle della Maddalena (Valle Stura). Esemplari provenienti
da altre immissioni, tra cui alcune francesi, si sono stabilizzati
entro i confini del Parco.
Losservatore che avrà la ventura dincontrare
lo Stambecco nel Parco potrà riflettere su come questo
splendido animale sia stato restituito alla natura da un
nuovo sentire e da una nuova coscienza di responsabilità
da parte delluomo.
La scheda di identificazione
Famiglia
Bovidi
Sottofamiglia Caprini
Genere Capra
Specie Capra ibex
Sottospecie Capra ibex ibex
Italiano Stambecco
Francese Bouquetin des Alpes
Tedesco Steinbock
Inglese Alpineibex
I maschi hanno corna arcuate, ornate di nodosità,
che possono raggiungere negli esemplari più vecchi
anche un metro di lunghezza. Il peso, a seconda delle stagioni,
varia dai 70 ai 110 kg. Laltezza alla spalla può
raggiungere il metro.
Le femmine sono di dimensioni più ridotte, con peso
variabile tra i 40 ed i 60 Kg. Le corna sono solo leggermente
ornate ed hanno una lunghezza di 20 cm.
Letà media della specie è di 14-18 anni.
Lhabitat preferito è costituito da zone rocciose
intervallate da cenge erbose, situate in zone ben esposte
nel periodo invernale tra i 1800-3000 metri. In primavera
discende i pendii fin nei fondovalle a 1200-1400 metri,
per poi risalire nel periodo estivo-autunnale anche oltre
i 3200 metri.
Lo stambecco è un animale gregario. Si possono osservare
branchi anche di decine di esemplari. I sessi vivono separati
per buona parte dellanno, tranne che nei periodi degli
amori, da fine novembre a gennaio. Dopo una gestazione di
165-170 giorni la femmina partorisce un piccolo.
E interessante notare come nelle colonie ad alta
densità di presenze le femmine partoriscano due anni
su tre, mentre nelle zone a bassa densità è
facile osservare parti gemellari.
articolo di Robi Janavel consulente naturalistico del Parco
del Po , tratto da http://www.parcodelpocn.it/