Zogno - Passo Dordona8 Giugno 2016Giorno decisivo per la preparazione della gara della prossima settimana: non sono ancora riuscito ad affrontare un dislivello così importante come quello previsto per la Hero Dolomiten Sudtirol e voglio collaudare l'abbigliamento che userò in gara e la strategia di alimentazione. E' l'ultimo giorno per fare un allenamento così stressante, più avanti non avrei il tempo per recuperare adeguatamente. Le previsioni per la giornata sono di forti temporali: due nuclei di bassa pressione attanagliano le alpi e i modelli matematici confermano questa instabilità anche per la prossima settimana. Da giorni cerco invano un'itinerario con dislivello sufficiente, 100% pedalabile e simile al percorso di gara, vicino a Milano è molto difficile. Alla fine scelgo di partire da Zogno, sfruttando la ciclabile che sale verso Piazza Brembana per poi seguire la strada asfaltata che sale a Foppolo e la carreggiabile che transita al Passo Dordona e scendere in Valtellina e rientrare seguendo lo stesso percorso all'inverso. Dovrebbero essere circa 140 chilometri e quasi 4000 metri di salite, divise in due tratti. Parto da Zogno verso le 10.00 ed inizio a risalire lungo la ciclabile tenendo ben d'occhio il cardio. Mi stupisco di come la ciclabile sia in buono stato, mi sembra che dall'ultima volta siano anche diminuiti gli incroci con la statale. Una pausa veloce alla fontanella per riempire la borraccia. Approfitto di un gruppo di ciclisti con bici da strada e mi metto in scia a 40 kmh. Pochi chilometri e li lascio alle loro velocità tornando a concentrarmi sulla strategia di gara. Ho fissato alcune barrette e gel al telaio della MTB per avere un accesso più veloce ed agevole. Il tratto finale della ciclabile è interrotto da lavori ma riesco comunque a proseguire. Un altro intoppo a Branzi mi costringe ad aggirare un cantiere. Sono già passato alcuni anni fa con Bruno ma quella volta eravamo saliti sfruttando la seggiovia di Carona. Dopo 3 ore e mezza finalmente sono a Foppolo a 1550 metri e il cielo promette esattamente quello che era stato previsto. Un grosso cumulonembo avvolge il passo e le montagne circostanti. Un passante mi incita dicendo che è finita e che sono arrivato: quando gli dico che mi manca ancora molto visto che devo salire al Passo Dordona rimane spiazzato. Cerca di dirmi che sta per arrivare un temporale ma sono già lontano. Pochi minuti dopo le prime goccie di pioggia: approfitto per ripararmi sotto ai balconi di un condominio, mangiare due datteri e frutta secca, e cambiarmi. Indosso la salopette, un pile, cappello, guanti e calzari da sub. L'aria si è improvvisamente raffreddata e trovo confortevole essere così coperto. Non appena ricomincio a salire torno a scaldarmi e tutti i vestiti che ho addosso sembrano essere di troppo. Altra pausa per alleggerirmi: tutto sommato piove ancora poco. Appena imbocco la carreggiabile la pioggia aumenta a dismisura. Coprirsi adesso sarebbe troppo tardi, l'unica soluzione è quella di continuare a salire. La strada sterrata si trasforma presto in un fiume in piena. Alle mie spalle sento un ruggito come se si stesse avvicianando un grosso mezzo a motore. Mi giro un paio di volte senza capirne la provenienza, con questa pioggia si vede davvero poco. Capisco che è il rumore della pioggia che sta flagellando i grossi tetti in lamiera giù in paese. Cerco invano un riparo per potermi coprire visto che indosso solo una maglietta e un antipioggia Castelli ed inizio ad avere freddo. L'unica soluzione è quella di non fermarmi e mantenere il riscaldamento muscolare attivato. Inizia a grandinare e per proteggermi indosso il casco che proteggie egregiamente la testa e la faccia. Le braccia sono però alla mercè degli elementi e la grandine è davvero fastidiosa. Rivoli di acqua ghiacciata scivolano lungo il mio corpo infreddolito. La temperatura è scesa fino a 5 gradi quando incontro una jeep del guardiaparco che scende. Mi guardano stupiti e non so nemmeno io se chiedere loro qualcosa. Non abbassano nemmeno il finestrino, io proseguo noncurante. Mi chiedo solo cosa potrei fare se dovessi bucare una gomma in questo momento. Fermarsi con questo significherebbe andare immediatamente in ipotermia e, in ogni caso, con le mani ghiacciate e bagnate dubito che riuscirei ad effettuare l'operazione. Dopo 4,40 ore dalla partenza raggiungo il passo Dordona a 2023 metri. Finalmente la pioggia ha dato una piccola tregua e posso togliermi l'antipioggia per infilare pile e piumino. Un vento freddissimo tormenta la mia sosta ma in pochi minuti sono di nuovo in sella e in discesa verso Foppolo. Visto il tempo inclemente ho deciso di accorciare il viaggio scendendo direttamente verso la Val Brembana e tagliando la parte valtellinese del tour. Sulla discesa penso che potrei fare una sosta per scaldarmi ed asciugarmi a Foppolo ma penso anche a quanto potrei avere freddo dopo la sosta. Concludo che sia meglio proseguire la discesa e raggiungere al più presto una quota con temperatura più umana. Seguo la strada asfaltata e torno ad imboccare la ciclabile quando ricomincia a piovere a dirotto. Fatico per fendere uno spesso strato di acqua che invade la strada e la ciclabile. L'onda creata dalla mia ruota anteriore mi investe in pieno: è come essere di fronte ad una cascata. Nelle gallerie incontro alcuni passanti che si riparano dalla pioggia. Loro sono in maniche corte
Bici: Specialized Stumpjumper HT comp Calzature: Salomon da acqua con calzari sub Salopette: RH+ Guscio: castelli impermeabile Pile: Northface Maglietta: odlo capilene + Gore Hero con zip Guanti: Acquashield BBB AW15 - bagnatissimi fin dalle prime goccie di pioggia Copriscarpe: nessuno Casco Velon - cratoni 2014
|
|
in collaborazione con www.valtline.it - www.valtline.com
|