Principali cause di incidente in parapendio
Paracadute di emergenza
Strumento obbligatorio per legge, il paracadute di emergenza
soffre purtroppo di alcuni limiti che ne penalizzano l'efficacia.
- Non è pilotabile: la maggioranza dei paracadute di emergenza
in dotazione ai piloti non danno alcuna possibilità di controllo
da parte del pilota. Il rischio in questo caso è di atterrare
su ostacoli di tutti i tipi senza possibilità di evitarli. Inoltre,
per il particolare ancoraggio di questi dispositivi alle sellette, capita
spesso che il pilota cada di schiena, non riuscendo a vedere in anticipo
il punto di impatto. Solo i piloti che fanno acro solitamente sono dotati
di emergenze pilotabili.
- Viene aperta insieme alla vela principale: In condizioni normali
questo garantisce un tasso di caduta inferiore e non interferisce con
il parapendio in quanto si posiziona in maniera differente. Permette
inoltre di utilizzare calotte di emergenza più piccole con un
tessuto poco poroso: all'apertura dell'emergenza infatti si presume
che la vela principale stia già frenando il pilota. Un paracadute
di emergenza di questo tipo se utilizzato da solo si distruggerebbe
in apertura. I paracadute da lancio infatti hanno un tessuto molto più
poroso e resistente e sono fatti per subire shock di questo tipo.
Con le emergenze usate dai piloti di parapendio esiste però un
concreto rischio di annodamento dei fasci funicolari in caso di avvitamento.
- Ritardo nell'apertura: I produttori di paracadute di emergenza
sostengono che questa si può aprire in meno di 10 metri ma la
realtà è un'altra. La velocità limitata di caduta,
unita al tempo necessario all'estrazione rendono questo strumento utilizzabile
solo quando il pilota sta volando molto alto. Molto spesso i piloti
di parapendio volano invece vicino al costone della montagna, per sfruttare
la dinamica di pendio e/o le termiche che si staccano dal suolo. Esistono
meccanismi per velocizzare l'apertura: sistemi di espulsione balistici
o ad aria compressa. I primi sono stati messi al bando per la loro pericolosità
anche se erano gli unici che garantivano un apertura anche in caso di
pilota completamente avvolto dalla vela principale.
- Configurazione "a specchio" nell'emergenza lanciata
da un biposto: Solo nella primavera del 2007 ci si è resi
conto del rischio di un lancio di emergenza con paracadute biposto:
l'apertura del paracadute di emergenza causa infatti l'abbattimento
della vela principale che inizia a volare verso il basso aumentando
il tasso di caduta dei piloti coinvolti. Sono attulmente allo studio
soluzioni per ovviare al problema.
- A tutti i limiti oggettivi legati a questo stumento di soccorso si
aggiungono quelli soggettivi: infatti l'esame di abilitazione
non prevede che gli esaminandi abbbiano eseguito durante il corso alcun
lancio di emergenza. In questo modo molti piloti si trovano in difficoltà
al momento del lancio non sapendo nemmeno da che parte iniziare. Ricordo
un caso in cui un pilota non è riuscito ad estrarre l'emergenza
perchè le bretelle della vela principale gli ostacolavano il
movimento del braccio. Solo in corsi post esame facoltativi (SIV alias
simulazione inconvenienti di volo) viene eseguito questo tipo di prova.
Durante l'estate del 2007 due piloti sono rimasti feriti in un corso
durante il lancio dell'emergenza.
Nella disciplina del paracadutismo da lancio in addestramento i piloti
effettuano decine di prove di lancio dell'emergenza.
Errori di pilotaggio
in decollo - In atterraggio
- In volo- Cedimenti
strutturali - Malore del pilota - Meteo
Home
|