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Principali cause di incidente in parapendio
Paracadute di emergenza

Strumento obbligatorio per legge, il paracadute di emergenza soffre purtroppo di alcuni limiti che ne penalizzano l'efficacia.

  1. Non è pilotabile: la maggioranza dei paracadute di emergenza in dotazione ai piloti non danno alcuna possibilità di controllo da parte del pilota. Il rischio in questo caso è di atterrare su ostacoli di tutti i tipi senza possibilità di evitarli. Inoltre, per il particolare ancoraggio di questi dispositivi alle sellette, capita spesso che il pilota cada di schiena, non riuscendo a vedere in anticipo il punto di impatto. Solo i piloti che fanno acro solitamente sono dotati di emergenze pilotabili.

  2. Viene aperta insieme alla vela principale: In condizioni normali questo garantisce un tasso di caduta inferiore e non interferisce con il parapendio in quanto si posiziona in maniera differente. Permette inoltre di utilizzare calotte di emergenza più piccole con un tessuto poco poroso: all'apertura dell'emergenza infatti si presume che la vela principale stia già frenando il pilota. Un paracadute di emergenza di questo tipo se utilizzato da solo si distruggerebbe in apertura. I paracadute da lancio infatti hanno un tessuto molto più poroso e resistente e sono fatti per subire shock di questo tipo.
    Con le emergenze usate dai piloti di parapendio esiste però un concreto rischio di annodamento dei fasci funicolari in caso di avvitamento.

  3. Ritardo nell'apertura: I produttori di paracadute di emergenza sostengono che questa si può aprire in meno di 10 metri ma la realtà è un'altra. La velocità limitata di caduta, unita al tempo necessario all'estrazione rendono questo strumento utilizzabile solo quando il pilota sta volando molto alto. Molto spesso i piloti di parapendio volano invece vicino al costone della montagna, per sfruttare la dinamica di pendio e/o le termiche che si staccano dal suolo. Esistono meccanismi per velocizzare l'apertura: sistemi di espulsione balistici o ad aria compressa. I primi sono stati messi al bando per la loro pericolosità anche se erano gli unici che garantivano un apertura anche in caso di pilota completamente avvolto dalla vela principale.

  4. Configurazione "a specchio" nell'emergenza lanciata da un biposto: Solo nella primavera del 2007 ci si è resi conto del rischio di un lancio di emergenza con paracadute biposto: l'apertura del paracadute di emergenza causa infatti l'abbattimento della vela principale che inizia a volare verso il basso aumentando il tasso di caduta dei piloti coinvolti. Sono attulmente allo studio soluzioni per ovviare al problema.

  5. A tutti i limiti oggettivi legati a questo stumento di soccorso si aggiungono quelli soggettivi: infatti l'esame di abilitazione non prevede che gli esaminandi abbbiano eseguito durante il corso alcun lancio di emergenza. In questo modo molti piloti si trovano in difficoltà al momento del lancio non sapendo nemmeno da che parte iniziare. Ricordo un caso in cui un pilota non è riuscito ad estrarre l'emergenza perchè le bretelle della vela principale gli ostacolavano il movimento del braccio. Solo in corsi post esame facoltativi (SIV alias simulazione inconvenienti di volo) viene eseguito questo tipo di prova. Durante l'estate del 2007 due piloti sono rimasti feriti in un corso durante il lancio dell'emergenza.
    Nella disciplina del paracadutismo da lancio in addestramento i piloti effettuano decine di prove di lancio dell'emergenza.

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