Sunny Valley
Stelvio, mondiali e altro - Il rifugio diventa un grande albergo. Venduti ai villeggianti mosti auto del parcheggio finanziato dallo Stato Il luogo simbolo dello scempio e dell'incuria è una buca profonda dieci metri e larga una cinquantina. Sul fondo giacciono sparsi tubi, sbarre di ferro e un paio di container. Impossibile non farci caso per chi da Bormio arriva in Valfurva, nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, in quello che dovrebbe essere un santuario incontaminato della natura. Il cantiere abbandonato sta lì da tre anni, giusto all'ingresso del paese di Santa Caterina, delimitato da un fronte di cemento lungo 500 metri proprio sulla riva del torrente Frodolfo. Un mostro. Un monumento alla speculazione che, da solo, ha inghiottito quasi 10 milioni di finanziamenti pubblici. Quei soldi dovevano servire a realizzare un parcheggio interrato in vista dei mondiali di sci del 2005. Cinque piani per almeno 400 auto e 50 bus, secondo il faraonico progetto originario. Dopo i via libera iniziali, perfino dall'Ente Parco, è cominciato il balletto delle autorizzazioni e dei ricorsi. I lavori si sono fermati. E alla fine niente parcheggio. Resta il buco. E lo sfregio alla natura. Succede questo e anche di peggio a Bormio e dintorni. Succede che decine di milioni di euro piovuti in Alta Valtellina per "interventi collegati ai campionati mondiali di sci" si sono persi in progetti mai realizzati, in opere inutili o inutilizzabili. E al danno si aggiunge la beffa. Perché buona parte dei lavori sono stati completati in grave ritardo, a volte di anni, rispetto alla manifestazione sportiva che serviva da giustificazione alla generosa distribuzione di denaro pubblico, circa 160 milioni in tutto. Dubbi. Sospetti. Due guardie forestali cominciano a indagare sui cantieri. Denunciano abusi e irregolarità alla procura di Sondrio. Non succede niente. Anzi, no. Qualcosa succede. I due agenti, il vice questore Andrea Turco e il sovrintendente Fabio Cantoni, si fanno la fama dei rompiscatole. Genie che minaccia {'economia e il benessere della Magnifica Terra, come sin dal. Settecento è conosciuta la contea di Bormio. Dura poco. Nell'aprile scorso la minaccia viene. spazzata via. Turco finisce a Lecco. Cantoni a Pavia per ''incompatibilità ambientale". Trasferimenti punitivi? Macché. I comandi della Forestale, a Sondrio come a Milano e a Roma, liquidano il fatto come un normale avvicendamento. Ma il sindacato degli agenti parla di «provvedimento anomalo e preoccupante», mentre Legambiente, in una nota ufficiale, si chiede «quali interessi siano stati intaccati dal lavoro di questi onesti servitori dello Stato». Bella domanda. Per azzardare una prima risposta bisogna arrampicarsi fino ai 2.600 metri di quota della Valle dell'Alpe, una zona del Parco dello Stelvio sottoposta a tutela speciale, a protezione di un ecosistema delicato e particolare. L'onda lunga del Mondiale, tra le proteste degli ambientalisti, è arrivata fin qui. La cresta del Monte Sobretta è stata letteralmente devastata per realizzare la stazione di arrivo della funivia che pane da Santa Caterina. E poco più in basso, nei pressi di un'altra, e nuovissima, seggiovia, la Regione Lombardia, il Comune di Valfurva e i vertici del Parco hanno dato il permesso di costruire un rifugio. Correva l'anno 2004. Da allora quel rifugio è lievitato come una torta, era prevista una struttura con un "piano terra, uno interrato e un soppalco. All'inizio del 2007 è stato inaugurato un vero e proprio albergo, il Sunny Valley, costruito su quattro livelli. Un resort capace di offrire, recita la pubblicità, ristorante, servizi congressuali, centro fitness e attività sportive. Di più. Al servizio del cantiere sono state realizzate nuove strade per portare in quota camion e fuoristrada. Non manca neppure un laghetto artificiale, con tanto di scogliera, che sottrae acqua alle sorgenti in zona. E pensare che, secondo le direttive emanate dalla Regione Lombardia nel 2003, il rifugio avrebbe dovuto avere "dimensioni ridotte al fine di minimizzare l'impatto visivo e ottimizzarne l'inserimento nella configurazione morfologica del contesto". Per mesi, nel corso del 2006, la costruzione procede senza che il comune di Valfurva ritenga di intervenire. Anzi, c'è il concreto sospetto che siano state autorizzate varianti in corso d'opera a posteriori, quando i lavori supplementari erano ormai completati. Nel settembre scorso si muovono Turco e Cantoni, che chiudono l'indagine a febbraio del 2007 segnalando una serie di presunti reati alla procura di Sondrio. L'inchiesta giudiziaria, ancora in corso, vede tra gli indagati Ferruccio Tornasi, il presidente del Parco dello Stelvio. Ai due forestali è andata peggio: ad aprile sono stati trasferiti. In compenso, il Sunny Valley è in piena attività. Chi ci guadagna? Difficile capirlo; il capitale della società che gestisce l'albergo è intestato per intero a una fiduciaria. In Valfurva, però, tutti sanno che il principale sponsor dell'iniziativa è Giuseppe Bonseri, già direttore generale del comitato organizzatore dei Mondiali. Bonseri, con i suoi amici e soci Maurizio Gandolfi ed Elia Dei Cas, ha coordinato lagirandola di iniziative ed eventi prima, durante e dopo la manifestazione sportiva. I tre uomini d'affari, a cui fa capo un'ampia rete di società, possono vantare frequentazioni eccellenti. Due su tutte: il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, che è di casa in Alta Valtellina, e il procuratore di Sondrio, Gianfranco Avella.La vicenda del Sunny Valley è solo il caso più recente. E neppure il più eclatante. La grande kermesse sciistica di due anni fa ha messo in moto grandi capitali e un'infinità di cantieri. Un business da favola per costruttori e immobiliaristi, con molte scomode eredità per tutti gli altri. Basta farsi una piacevole passeggiata per le vie di Bormio. I risultati dell'euforia mondiale sono ancora lì, sotto gli occhi di rutti. Ecco un > esempio. In pieno centro, dove si diramano le strade per Valfurva e per lo Stelvio, c'è una grande palazzina affiancata da una torretta cilindrica. A oltre due anni di distanza dalla fine delle gare, i lavori non sono ancora terminati. Eppure, nei piani di partenza, quello era il centro di accreditamento per le squadre dei campionati di sci. Sarà per. un'altra volta, forse. Intanto lo stabile verrà occupato dal comune di Bormio, che così, grazie ai mondiali, avrà un municipio nuovo di zecca. Spesa prevista: 2,5 milioni di euro, per la metà coperti da un contributo statale. Con buona pace della polemiche contro Roma ladrona, un ritornello molto di moda anche in quest'angolo del Profondo Nord ad alta densità leghista. Brindano il sindaco e gli assessori. Per non parlare dei privati. Per loro è festa grande. Sarà un caso o forse no, ma alcuni finanziamenti pubblici sembrano studiati apposta per favorire le speculazioni. Prendiamo i parcheggi. In alta stagione, d'estate e d'inverno, il paese è assediato dal traffico. Servono posti auto. Eccoli. In vista dei Mondiali arrivano oltre 10 milioni di euro. Sono soldi di Stato che servono a scavare quattro nuovi grandi garage sotterranei con circa 900 posti complessivi. Da principio, nel 2004, c'è una gran fretta. I proprie-tari dei terreni vengono espropriati d'urgenza per ragioni di pubblica utilità. Urgenza? Pubblica utilità? Mah. Solo un parcheggio, destinato a ospitare un centinaio di macchine, viene completato in tempo utile per le gare. Un altro sparisce: progetto cancellato. Un altro ancora, terminato solo nelle settimane scorse, concede ai costruttori, che hanno pagato di tasca loro circa 2 milioni, la proprietà di 129 box su un totale di circa 230 posti auto. I box in questione sono già stati venduti al prezzo di 38 mila euro l'uno. In totale fanno quasi 5 milioni d'incasso. Morale: la pubblica utilità si trasforma in un grande affare per le ditte costruttrici. Peggio: il parcheggio è stato realizzato a pochi metri dal torrente Frodolfo in zona di vincolo idrogeologico assoluto. Davvero in tutta Bormio non c'era un altro pósto dove scavare? Bella domanda anche questa. Un fatto è certo: in una zona diversa del paese, meno centrale, la vendita dei box avrebbe fruttato somme molto inferiori. Intanto sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta giudiziaria, anche in questo caso per iniziativa di Turco e Cantoni. Resta l'ultimo parcheggio, quello più grande, realizzato proprio sotto gli impianti di risalita. Le alterne vicènde di questo cantiere infinito hanno riempito le cronache locali dell'ultimo anno. Nell'inverno del 2006 i soliti Turco e Cantoni avevano chiesto e ottenuto il sequestro dell'intera struttura dopo aver segnalato all'autorità giudiziaria numerose irregolarità. Tra queste il mancato rispetto delle norme antincendio e altri presunti abusi edilizi. Da quel sequestro, ormai, è passato più di anno. Ma in una domenica di metà luglio, con migliaia di turisti che affollano Bormio, il parcheggio delle funivie, con i suoi 360 posti, appare completamente deserto, con molte pareti annerire dall'umidità e grandi pozzanghere. Tutto questo è costato oltre 9 milioni. Quasi tutti soldi di Roma.
tratto da http://www.laprovinciadisondrio.it/ Edizione del 09/05/2007 Il presidente ha annunciato un'inchiesta a suo carico durante il direttivo - Intanto la Forestale smorza i toni dopo il trasferimento di due guardie Parco Stelvio: Tomasi "avvisato" per Sunny valley L'interessato: «Basta accanirsi contro Valfurva» - Legambiente: «Ci costituiremo parte civile» - Bordoni: «Sarà la solita bufala» Ferruccio Tomasi Notificato dalla Procura di Sondrio un avviso di garanzia al presidente del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, Ferruccio Tomasi, per le autorizzazioni e i decreti firmati relativi alle opere per la realizzazione del Sunny Valley, il rifugio in quota a Santa Caterina Valfurva. Lo ha annunciato il diretto interessato ieri mattina a Bormio durante la riunione del consiglio direttivo del Parco che ha espresso ampia solidarietà al presidente. Nessun commento particolare da parte di Tomasi, che non è entrato nel merito del provvedimento, ma sicuramente tanta amarezza per una questione, quella relativa alla costruzione del rifugio, acuitasi negli ultimi giorni con ulteriori segnalazioni da parte di Legambiente. E proprio l'associazione ambientalista, per bocca del presidente della Lombardia Damiano Di Simine, ha preannunciato che si costituirà in giudizio come parte lesa nell'inchiesta sul Sunny Valley. Unanime, da parte dei consiglieri, il riconoscimento circa la bontà del provvedimento e la difesa del lavoro fatto dai tecnici del Parco: «Non c'entra nulla quale sia la firma sul decreto - ha commentato Tomasi - atto per il quale sono state compiute le dovute istruttorie; rilevante e puntuale il lavoro dei tecnici del Parco». E se Di Simine, pur rimarcando la buona fede del presidente nel firmare il provvedimento, ha definito il Sunny Valley «un albergo nel cuore del Parco, tra l'altro senza una strada d'accesso», da parte di Tomasi ancora un invito forte a Legambiente: «E' ora di finirla - ha tuonato ? di far demagogia e di martellare sempre e solo la Valfurva. In tanti altri parchi sono state tagliate migliaia di piante e nessuno ha detto niente». Del medesimo avviso Gian Maria Bordoni, rappresentante della Regione Lombardia in seno al Consorzio del Parco, che ha parlato di una vera e propria «persecuzione nei confronti della Valfurva. Sarà la solita bufala . Non ho alcun motivo di dubitare ? ha aggiunto ? sulla correttezza del provvedimento e sulle relazioni tecniche. Esprimo la mia personale solidarietà al presidente. Le varianti in corso d'opera sono previste dalla legge: mi sembra una forma di accanimento terapeutico». Sicuramente è stato sottolineato che serve radicare nei tecnici e nei cittadini la cultura della progettazione da effettuare secondo canoni e direttive ben precise. Nel corso del direttivo si è tornati a discutere anche di un'altra questione ? chiave di questi giorni ovvero quella relativa al trasferimento di due agenti della Forestale impegnati nelle indagini sulle opere Mondiali. «Il commento autorevole da parte di Paolo Tomasetti, coordinatore regionale della Forestale: «Si tratta di un problema interno all'amministrazione forestale; non c'è nulla da giustificare in questa sede. Non abbiamo privato il Parco ? ha specificato - di chi sta indagando; al Coordinamento Territoriale per l'Ambiente di Bormio ci sono una quarantina di Forestali: tutti hanno gli stessi doveri e gli stessi compiti. Non giudico e non commento le affermazioni fatte in questi giorni riguardo al trasferimento di due agenti: quanto detto non è corretto». Daniela Gurini da Legambiente Milano, 26/04/2007 Comunicato Stampa
Mentre tutti gli esposti e le denunce delle associazioni
ambientaliste si incagliano nelle sacche della Giustizia italiana, c'è
una magistratura al lavoro, nella lontana Bruxelles, per rilevare le
illegalità ambientali che sono state il marchio distintivo dei
Mondiali di Sci del 2005, lasciando ferite aperte negli ecosistemi del
Parco Nazionale dello Stelvio. Ma Legambiente intende continuare la propria azione di denuncia anche nei confronti dei procedimenti pendenti alla Procura di Sondrio. "Finora dalla Procura abbiamo ricevuto la notizia di un solo procedimento chiuso: si tratta dell'esercizio abusivo dell'impianto funiviario Santa Caterina - Vallalpe, che nel 2005 ha caricato migliaia di passeggeri paganti e ospiti illustri (tra cui il Presidente Formigoni e l'ex ministro Frattini) in assenza di obbligatorie certificazioni di sicurezza. La pena comminata a questi furbetti riconosciuti colpevoli di una condotta così grave? Un'ammenda da 200 euro". Ogni commento è superfluo.
da Legambiente Milano, 27/04/2007 Comunicato Stampa "Un gesto incomprensibile e ingiustificato, chiederemo
chiarimenti ai vertici nazionali del Corpo" Legambiente esprime solidarietà alle due guardie forestali, in forza al Comando Tutela Ambiente di Bormio, che ieri si sono viste recapitare unimprovvisa lettera di trasferimento dopo anni di assiduo e diligente lavoro di indagine condotto in difesa del Parco Nazionale dello Stelvio. Così Damiano Di Simine presidente di Legambiente Lombardia. Siamo sconcertati e amareggiati per una decisione che rischia di interrompere anni di puntigliose indagini di Polizia Giudiziaria sulle irregolarità legate agli appalti e alla realizzazione di opere connesse con i Mondiali di Sci del 2005. Ci domandiamo quali interessi siano stati intaccati dal prezioso lavoro di questi due onesti servitori dello Stato e per questo manderemo immediatamente una lettera per chiedere chiarimenti al capo nazionale del CFS, Cesare Patrone. Sui Mondiali di Sci sono stati diversi cittadini e associazioni ambientaliste a denunciare gravi irregolarità, denunce sempre arenatesi negli uffici della Procura della Repubblica di Sondrio. Sulle stesse irregolarità si sta muovendo Bruxelles, la cui avvocatura ha depositato nei giorni scorsi alla Corte di Giustizia Europea una richiesta di condanna dellItalia per violazione delle direttive sulla protezione della natura, a seguito dei diboscamenti selvaggi compiuti per realizzare le piste di Santa Caterina Valfurva. Le Guardie allontanate, per quanto ne sappiamo, stavano conducendo indagini su nuovi sospetti casi di illegalità ambientale in Valle dellAlpe, per un rifugio-albergo (il Sunny Valley) realizzato dalle società degli impianti di Valfurva, con evidenti irregolarità rispetto a quanto autorizzato. In passato, inoltre, i due agenti avevano effettuato sequestri sui nuovi parcheggi di Bormio privi dei più elementari dispositivi di sicurezza, e stavano indagando anche sullo scandaloso parcheggio interrato, lecomostro in costruzione allimbocco di Santa Caterina Valfurva, ora bloccato anche dal Provveditorato alle Opere Pubbliche. Forse qualcuno, nelle alte sfere, pensa di chiudere in questo modo, a suon di trasferimenti e insabbiature, il capitolo della pessima gestione dei finanziamenti per i Mondiali di Sci in Alta Valtellina. - Conclude Di Simine - Per quanto ci riguarda, questo trasferimento ci dice che avevamo visto giusto quando abbiamo denunciato le troppe irregolarità connesse nel Parco Nazionale e ci sprona ad essere ancora più attivi nella denuncia. Rassegna stampa del: 28/04/2007 Fonte: La Provincia di Sondrio Guardie trasferite, è scontro a Bormio Stelvio - Di Simine: «Si rischia di interrompere le indagini sui cantieri delle opere Mondiali». Tomasi: «Continua il massacro di S. Caterina» Un'altra puntata, pungente e altrettanto critica, relativamente alle opere realizzate per i Mondiali di sci del 2005 a Santa Caterina Valfurva e alle indagini in corso. E' di nuovo Legambiente, con un comunicato che ha già raggiunto i vertici della Forestale a Roma, a lanciare un'altra accusa, ieri pomeriggio per la maggior parte già rimandata al mittente. A detta dell'associazione ambientalista due agenti del Corpo Forestale dello Stato, in servizio al Cta (Coordinamento territoriale dell'ambiente) di Bormio, sarebbero stati trasferiti improvvisamente. E, guarda caso, proprio due agenti impegnati in indagini sulle irregolarità legate ai cantieri dei Mondiali di sci. «Siamo sconcertati e amareggiati - ha commentato Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - per una decisione che rischia di interrompere anni di puntigliose indagini di Polizia Giudiziaria. Ci domandiamo quali interessi siano stati intaccati dal prezioso lavoro di questi due onesti servitori dello Stato». Chiarimenti che di fatto sono già giunti nella giornata di ieri in primis da Alberto Ricci, coordinatore del Cta del Parco di Bormio, che aveva anticipato trasferimenti e riorganizzazione degli uffici già più di due mesi fa. «Un collegamento scorretto e superficiale - ha evidenziato - quello tra i trasferimenti e le indagini in corso, delle vere e proprie illazioni. Nel primo caso si tratta di una domanda di trasferimento volontario che ha chiuso il proprio iter in questi giorni. Il secondo trasferimento è legato a questioni interne ed a motivi di opportunità sostanziale in quanto vi è un'inchiesta in corso che però non ha nulla a che vedere con i Mondiali». Due provvedimenti, quindi, ad esclusiva tutela dei diritti dei forestali e non di certo una sorta di ?punizione? per indagini troppo scomode o puntigliose. E' stato lo stesso Ricci, ieri, ad inviare il comunicato di Legambiente ai vertici nazionali della Forestale dai quali dipendono i trasferimenti. Ha inoltre confermato il costante impegno del Coordinamento Territoriale sulle indagini in corso: «Continueremo sia a seguire gli esposti sia a intraprendere nuove attività di indagini come quella relativa al rifugio Sunny Valley. Di certo è scorretto dire che la Procura di Sondrio sia in ritardo: in questi anni abbiamo espletato diversi procedimenti, alcuni conclusi, altri ancora in itinere ma occorre specificare che la maggioranza sono stati avviati nel 2005». Una tempistica, quella di Sondrio, giudicata da Ricci di certo più veloce della media nazionale .
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in collaborazione con www.valtline.it - www.valtline.com
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