Parapendio in Marocco1 gennaio Oukaimeden oukaimden Ci svegliamo alle 10.00 ma io sto malissimo. Mal di pancia, mal di stomaco, nausea e febbre accompagnano il mal di gola che già avevo da qualche giorno. Non riesco nemmeno a fare colazione ma partiamo comunque verso Oukaimeden, unica località sciistica Marocchina. Il viaggio è molto duro nelle mie condizioni ma cerco di resistere. Per sbloccare un po la situazione ingerisco lentamente un alka selzer che calma un pò i bruciori di stomaco. Finalmente arriviamo in cima al passo dove troviamo una guardia che controlla l'accesso all'area con una sbarra. Dobbiamo pagare un euro per poter accedere al parco nazionale. Mentre procediamo con il pagamento la guardia è costretta a lanciarsi contro un motorino che cerca di passare senza pagare.Parcheggiamo vicino all'unica seggiovia e ci informiamo sulle condizioni per volare. Oggi non è salito ancora nessuno e nei giorni scorsi hanno visto solo un paio di persone. Ci dice anche che il vento non gli sembra giusto ma non se ne intende. Andiamo a recuperare le scacche e ci copriamo per il freddo in alta quota. Saliamo con la seggiovia insieme ad altri due francesi con la vela. Io sto sempre malissimo e arrivato in vetta a 3200 metri mi sdraio sulla neve per riprendere le forze. I francesi ci dicono che stanno per arrivare altri e intanto si preparano a decollare. Il vento è abbastanza sostenuto da sud.ovest e anche un po rafficato, temo sia un vento meteo ma dopo il primo decollo mi convinco che va tutto bene ed inizio a prepararmi. Le mie forze sono al 30% e anche le facoltà mentali. Sono troppo coperto, il sole è fortissimo ed inizio a sudare. Quando sono quasi prondo per decollare arrivano anche gli altri piloti accompagnati dal'istruttore che abbiamo conosciuto il secondo giorno. Ci sono anche i due francesi gentili che ieri sera ci hanno accompagnato in decollo. Lui cerca di aiutarmi a decollare ed insiste per farmi partire "face a la voile". E' un'ottima tecnica di decollo fronte vela che permette di decollare controllando bene il parapendio ma richiede una buona brezza regolare e molta pratica che non ho perchè volo troppo spesso in siti dove non c'è vento. Al terzo o quarto tentativo non riuscito di decollo cerco di spiegargli che non è il momento per me migliore per fare scuola e che la vela è ancora piena di sabbia e ha bisogno di molta energia per sollevarsi. Riesco a decollare e mi porto subito sopra un atterraggio ampio e sicuro. Mentre sto ripiegando lentamente la vela vedo arrivare Giobbe esaltatissimo che vuole volare a tutti i costi. Ripiegata la vela risaliamo nuovamente con la seggiovia. Nel frattempo telefoniamo al noleggiatore del'auto per confemrare che la teniamo un giorno in più ma inizia a farci problemi. Adesso in decollo il vento è molto più debole e sono decollati quasi tutti. Ci prepariamo più in basso in un decollo sicuro tra i sassi e la neve. Il controllo della vela e dei cordini mi sembra uno sforzo sovrumano nelle mie condizioni. Do l'ok per il decollo di Giobbe che però si siede troppo presto nella selletta e urta leggermente sul pendio. Decollo io subito dopo con un vento è girato di 90 gradi. Atteriamo nel largo spazio innevato vicino al lago, ripieghiamo le vele, recupero l'auto e ripartiamo. Mentre scendiamo notiamo ai lati della strada numerosi venditori di noci. Ci fermiamo a comprarne uno e riprendiamo il nostro viaggio. Ci chiediamo dove andare e nel frattempo chiamiamo un piao di Hotel a Marrakech che sono completi. Riceviamo anche un paio di telefonate dal noleggiatore che insiste chiedendoci la vettura indietro. Diciamo di essere molto lontani, a Zagora. Arrivati in città giriamo tutti gli alberghi più lussuosi che sono decisamente fuori budget o completi per poi ripiegare su quello della sera precedente. Alla reception ci fanno presente che ha chiamato il noleggiatore dell'auto e che sta venendo a riprendesela. Con un sorriso ironico ci chiede se siamo stati a Zagora. Saliamo a depositare i bagagli e quando arriva il noleggiatore scende infuriato Giobbe. Io sono ancora distrutto e non riesco dargli manforte. Dopo alcuni minuti risale sconsolato dicendo che dobbiamo restituire l'auto: si sono presentati 5 energumeni e lo hanno minacciato.. Mi rivesto e scendiamo a svuotarla visto che era ancora carica di bagagli, tappeti, pezzi di parapendio e ammenicoli di ogni tipo. Mentre recuperiamo i nostri effetti si accorgono della riparazione del buco sulla ruota di scorta e si mettono a gridare prima con noi poi al telefono con il noleggiatore. Il parcheggiatore dell'albergo assiste allibito alla scena. Svuotata l'auto e restituito il mio passaporto trattenuto come cauzione si allontanano sul mezzo non più nostro con la scritta "turbo 16v" tatuata sul fango, lasciandoci soli con il mucchio di bagagli. Abbiamo un appuntamento in piazza con Max che ha lasciato la fidanzata nel riad perchè sta male. Io mi faccio forza e mi trascino in piazza a piedi, cercando di mangiare un orrendo riso in bianco affumicato. Giobbe e Massimiliano si deliziano con una cena a base di salsicce dal baracchino più fumoso di tutta la piazza. Ci facciamo un'ultima spremuta e una passeggiata prima di rientrare in albergo. 2 gennaio Marrakech Colazione razionata in albergo e ripartiamo con le vele in spalla alla ricerca di un piazzale dove farle asciugare dall'umidità presa ieri sulla neve. Con questi enromi zaini siamo la preda ideale dei tassisti che si fermano offrendoci un passaggio. Quando però cerchiamo di spiegare la nostra esigenza non capiscono nulla e ci chiedono se vogliamo andare in aeroporto. Rinunciamo al nostro ideale di raggiungere a piedi una zona desertica fuiri città e stendiamo le vele occupando l'angolo di un ampio marciapiede. Il sole forte asciuga in pochi minuti l'umidità ed io approfitto per svuotare la mia vela dai chili di sabbia accumulati sulle dune. Due gendarmi passano salutandoci. Ripieghiamo le vele con cura maniacale per minimizzare il volume e lasciamo in carichi in albergo per poi raggiungere Massimiliano. Non appena diciamo che vorremmo noleggiare le bici salta fuori da un cespuglio un Marocchino che dice di avere le bici. Ce le lascierebbe tutta la giornata per 15 euro. Trattiamo a 10 e ci facciamo dare la prima che tira fuori da un cespuglio e la seconda legata su un marciapiede. Con le bici raggiungiamo Max in pochi secondi e lo carichiamo sul portapacchi. Destinazione La Paleraie, parco verde appena fuori città. Gps alla mano ci dirigiamo esattamente nella direzione opposta con l'obiettivo di prendere una circonvallazione che non esiste. Il parco è molto più lontano del previsto e ci mettiamo parecchio tempo per arrivare. Qui il caos della città sembra lontanissimo, regna il silenzio tra le ville e residenze lussuose. Incontriamo numerisi gruppi di cammelli parcheggiati pronti per essere nolegggiati dai turisti. Arriviamo fino ai confini del parco nei pressi del campo da golf .Prima di iniziare il rientro ci dissetiamo con succo d'arancia in un locale molto turistico. Massimiliano è stanco e vorrebbe rientrare in taxi: lo convinciamo a tornare con noi sulle biciclette ormai distrutte: la mia ha la vite del manubrio allentata e è ormai inpossibile controllarla. Quella di Giobbe ha un pedale distrutto.Per alleviare le fatiche provano anche ad aggrapparsi ad un motociclista di passaggio ma lu apre troppo il gas e alla soglia dei 50 chilometri all'ora sono costretti a mollare la presa. Sulla strada del rientro mi femro a comprare un tipico tegame tajine da regalare a mia mamma. Restituiamo le bici prima del previsto e andiamo a farci una doccia. Stasera siamo invitati a cena nel riad di Baddr che ha preparato una cena sontuosa con tanto di bravissimi musicisti. A tavola siamo una decina di persone e il cibo non scarseggia. Abbiamo anche birra e vino a volontà. Iniziano dalle verdure per finire con un enorme cous cous di carne veramente squisito. Io sono ancora disturbato e sono contretto a limitare i quantitativi. Una danzatrice del ventre fa una fugace apparizione, lasciando la posta aperta e facendo entrare nella stanza un freddo notevole. FInita la cena tiriamo tardi a chiaccherare fino a che non torniamo a casa con un tassista che accompagna prima un altro cliente. 3 gennaio Marrakech - Malpensa E' ormai il giorno della partenza, mestamente prepariamo i bagagli e facciamo colazione. Un ultimo giro a Marrakech a vedere le odorose concerie di pelle e a fare gli ultimi acquisti. Dobbiamo razionare il budget perchè ci rimangono solo pochissimi spiccioli sia in moneta locale e anche in euro. Alle concerie rifiutiamo l'assistenza di una sedicente guida. Compriamo 5 metri di cellophane doppio per proteggere le vele, beviamo l'ultima spremuta e rientriamo in albergo per impacchettare tutto. Troviamo un taxi con il quale dobbiamo trattare lungamente, visto che ci chiede 100 dirham che non abbiamo. Ce ne sono rimasti solo 30 ma lui non ne vuole sapere. Scende al massimo a 50 e solo con l'ausilio dei 2 Euro che casualmente avevo nella borsa, che uso per la palestra come gettone per gli armadietti, risolviamo la questione. Lasciamo questo stupendo paese per rientrare nel grigiore di Milano, scoprendo però che anche nel nostro paese l'inverno non è ancora arrivato. tracce gps:
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