MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

 

 
Sabato 14 luglio 2007
Cornizzolo - Grigna Settentrionale
Principali cause di incidente in parapendio

Descrizione dell'incidente - Le condizioni atmosferiche - Radiosondaggio - Le foto - Ospedale di Lecco - 14 luglio 2007 - L'operazione - 15 luglio 2007 - Ospedale di Lecco - Casa - Volare in parapendo è pericoloso

 


Finalmente, dopo troppe settimane di brutto tempo, c'è una giornata di sole buona per volare.
Ci diamo appuntamento io e Massimo in atterraggio per salire insieme in navetta. Lui ha la sua vela già in pole position grazie a Fabrizio, al quale l'aveva lasciata l'ultima volta.

Da domani inizieranno qui i campionati del mondo di parapendio e per una settimana i migliori piloti del mondo si daranno battaglia in questi cieli. L'area di atterraggio è già attrezzata con striscioni e cartelloni degli sponsor e ci sono decine e decine di piloti in attesa di salire in decollo con le navette, che sono state aumentate per fare fronte al carico della gara.

In pochi minuti saliamo ed iniziamo a fantasticare sul nostro itinerario. Come al solito si parla di Valtellina o Sainkt Moriz ma ad osservare gli altri piloti in volo non c'è da essere molto ottimisti. Infatti una leggera inversione termica sui 1400 metri impedisce la formazione di termiche generose e non si vedono nemmeno cumuli di alcun tipo.
Ci prepariamo al decollo sotto un sole cocente, coprendoci a dismisura per far fronte al freddo che troveremo in quota.

Facciamo subito fatica ad agganciare le solite termiche che non ci regalano quote sufficienti per spostarci. Provo ad andare a cercare qualcosa sul monte Rai che si rivela più generoso e poi aggancio ai corni di Canzo. Fare più di 1600 metri oggi qui sembra impossibile, sento Massimo per radio che non riesce a superare i 1400 mt. Gli chiedo cosa vuole fare e mi conferma che vorrebbe comunque provare ad attraversare il lago. Parto per primo io in direzione San Martino, facendo bene attenzione a non perdere troppa quota. Arrivo a volare su Lecco molto basso, non voglio rischiare un atterraggio in un posto angusto e decido quasi di tornare indierto e lasciar perdere. Proprio sopra il campo da calcio del monastero riesco però ad agganciare e salire fino a superare il San Martino. Anche Massimo ha agganciato e lo seguo sorvolando i Piani dei Resinelli a bassissima quota. In lontananza vediamo un altro pilota che sta facendo il nostro stesso percorso.

Arrivati sulle guglie della Grignetta iniziamo la ricerca delle termiche che però oggi sono davvero avare. Ci spostiamo avanti e indietro riuscendo a guadagnare solo qualche metro. Mi affaccio anche dalla parte di Mandello del Lario sperando in un aiuto da una brezza da ovest che non arriva. Rientro portandomi verso est. Sorvolo il gruppo del fungo, molti escursionisti mi salutano ma in questa zona devo stare molto attento a non finire sottovento. Raggiungo quasi la quota del rifugio Rosalba e proseguo verso la cresta Cermenati. Anche qui non si trova molto e decido di provare a spostarmi nuovamente sui Piani dei resinelli dove un aliante ed un altro parapendio stanno faticosamente guadagnando quota. Massimo per radio mi indica invece che in Grigna adesso si stanno staccando alcune bolle termiche e torno indietro. Per radio mi dice che ha superato l'inversione termica e riesce a vedere il monte Rosa.

Mentre seguo i suoi passi sento la mia vela che accusa una forte chiusura. Lascio i comandi per permetterle di riaprisi ma sembra non volerlo più fare. Imnprovvisamente si apre alle mie spalle violentemente causando istantaneamente una decisa picchiata in avanti. E' tutto così veloce che non posso fare nulla che attendere che riprenda a volare normalmente ma ad un certo punto mi sembra che non ci sia più nulla da fare. Adesso sono in vite e sto girando violentemente a destra con alcuni cordini che mi sembrano incravattati. Provo a contrastare con il peso ma sembra tutto inutile. Il peggio si sta per verificare. Gli attimi che trascorrono tra quando decido di lanciare l'emergenza e il momento in cui trovo la maniglia sembrano infiniti.

Finalmente estraggo il paracadute di soccorso ma ormai è tardi. Mi vedo avvicinare alla roccia con una velocità impressionante, fino a che vado sbatterci contro. L'urto è tremendo e in pochi istanti mi trovo riverso sulla montagna, appeso al mio imbrago. Sono ancora vivo ma mi chiedo per quanto ancora. Sento male dappertutto e il braccio sinistro non lo vedo nemmeno più, anche se lo sento come se fosse davanti a me. Estraggo il cellulare per chiamare i soccorsi ma non c'è campo. Lo giro e scatto una foto per vedere in che condizioni sono. Sono coperto di sangue e non capisco se ho ancora l'occhio sinistro. Non mi resta a questo punto che attendere i soccorsi sperando che qualcuno riesca a chiamarli.

Sento per radio Massimo che mi cerca non vedendomi più ma non gli posso rispondere perchè la radio è incastrata sotto di me. Mi apro i cosciali che stringono troppo, vorrei liberarmi dalla vela che mi tiene stretto contro il pendio ma penso al rischio che correrei rotolando giù dalla parete. Non me ne rendo conto infatti ma sono appeso su una roccia su un tratto molto ripido e la vela mi impedisce di precipitare nuovamente. Riesco vagamente a rispondere a Massimo per radio. Mi assicura che hanno chiamato i soccorsi ma l'elicottero sembra non arrivare mai. Il sangue si mescola con il sudore. Sono rinchiuso sotto il sole cocente in una tuta da sci invernale e il cado è terribile. Mi sto lentamente disidratando. Riesco a prende la bottiglia di acqua e bevo un sorso, spruzzzandomi anche addosso l'acqua rimanente. Finalmente sento il rumore dell'elicottero quasi in contemporanea con la voce di alcuni alpinisti che sono venuti a soccorrermi. L'elicottero cala una persona con il verricello e il vento provocato dalle pale mi da un leggero sollievo.
Sento che per radio comunicano all'elicottero di recuperare un'altra squarda e l'elicottero se ne va. Le voci dei primi soccorritori sono rassicuranti, uno è Emanuele Dondi, guida alpina e campione di parapendio che stava volando casualmente da quelle parti con noi.


Ritorna l'elicottero con infermieri e alpinisti e, con grande fatica riescono a sistemarmi su una barella. Vengo tirato sull'elicottero con un argano. Vedo la pancia dell'aelicottero avvicinarsi sempre di più e sento che la barella si sta inclinando dalla parte delle mie gambe. Mi issano sull'elicottero e vengo trasportato all'ospedale di Lecco.
La mia vita di parapendista è finita e ne sta per iniziare una nuova di ricoverato. Mi renderò conto che inevitabilmente tutti i miei progetti per le prossime ore, giorni, settimane e mesi improvvisamente non hanno più alcun senso. Al momento il mio unico desiderio è di riuscire a sopravvivere.

foto scattata alcuni minuti prima dell'impatto

Le testimonianze: da http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic.php?p=169627

Oggetto: Grignetta, una bella brutta giornata.


Beh, il weekend era cominciato già male, incomprensioni organizzative, varie ed eventuali già mi avevano fatto saltare l'ennesimo weekend-massacro organizzato; in realtà è un po' tutto il periodo che è di merda, ma vabbeh... c'est la vie.

Alla fine mi ritrovo a contrattare alle 23 di ieri sera per salvare il salvabile di quello che era annunciato come il weekend metereologicamente più bello.
Masochismo per masochismo il luogo dove più mi sento "a casa" è ovviamente la grignetta. E così che con due ex allievi del corso dell'anno scorso risaliamo verso la direttissima, il sole picchia, ma non fa eccessivamente caldo.
Tanto per cambiare si va al fungo non c'è folla il clima è anche gradevole e non c'è la solita nebbia "d'ordinanza".
La via la straconosco a memoria ed è la cosa migliore per i giorni in cui la testa è un po' da altre parti. Si sale veloci, ma non c'è fretta. Chiacchieriamo con la cordata che ci precede, conosciuta al momeno, al solito... torre, fungo, lancia... e giù l'ultima doppia fino alla forcella.
C'è una bella ombra che invita ad indugiare, il cielo è azzrro e alcuni parapendii lo dingono di colori, leggeri e aggrazziati volteggiano sulle guglie.
Ma improvvisamente un rumore strano, sembra un foglio di carta che si accartoccia.
Uno dei parapendii ha effettuato una brusca virata e una parte della vela è malamente piegata. sembra riaprirsi, ma con un altro brusco movimento definitivamente si appallottola perdendo tutta la sua portanza.
E' un attimo ed il povero pilota precipita quasi senza freno perpendicolarmente, senza leggerezza, senza grazia.
Sento un urlo, non so se è suo o di qualcuno che ha assistito all'incidente.
Pochissimi secondi e sparisce in un canalone.

Ovviamente il telefono non prende, segue una angosciante corsa sulla direttissima in direzione del luogo dell'incidente. Arrivo al caminetto pagani, e apprendo che un altro escursionista ha appena allertato il soccorso, meno male. Il luogo dell'impatto è difficile da individuare, è poco sopra il canalino del caminetto. Abbastanza pericoloso ed impervio da raggiungere.
Ma finalmente il rassicurante suono dell'elicottero anticipa l'arrivo dei soccorsi. Quindi non mi sembra il caso di avventurarmi e dargli più lavoro.

Per il recupero c'è voluto un bel po' di tempo, direi più di un ora in cui ho sentito anche smartellare, segno che il luogo non è proprio fortunato.
Incontro dei compagni di volo, atterrati nei pressi che m'informano che comunque è sopravvissuto ed è coscente. non chiedo altro, immagino abbiano altro per la testa.

Alla fine scendiamo. giunti quasi ai resinelli sentiamo chiamare dai pressi di un canalone. c'è un altro parapendio, è atterrato per cercare di portare aiuto al compagno, ma per il luogo è caduto in un canalone rotolando ripetutamente.
Fortunatamente sta bene, qualche botta e taglio, ma nulla di grave. Gli forniamo acqua e alla fine per fortuna è in grado di tornare autonomamente.

Finalmente la giornata è finita. Di certo, non posso dire che sia stata rilassante. Anzi, in questo momento non riesco a togliermi dalla testa la scena. Siamo abituati in televisione a vedere di tutto, ma nella realtà fa veramente un effetto impressionante. Ho anche assistito ad incidenti in montagna, ma la vista di quel corpo che precipita nel vuoto assoluto mi ha gelato il sangue.

Un pensiero al poveretto, spero che se la cavi senza conseguenze.

Donatello


Le testimonianze tratte da Vololibero.net

Salve a tutti, è un po' brutto scrivere per la prima volta in questa sezione, ma spero che mi possiate dare informazioni.

Sono un intruso in quanto non praticante, ma da alpinista credo di condividere la vostra stessa passione per gli spazi aperti e per la libertà ed il vuoto...

Purtroppo sabato (14) sono stato spettatore da molto vicino ad un brutto incidente accaduto ad un parapendio sul versante occidentale della Grignetta (Lombardia).
Dopo una folle corsa lungo il sentiero della direttissima, non ho potuto fare altro che allertare i soccorsi (che fortunatamente si stavano già muovendo) che hanno impiegato oltre un ora per il recupero a causa del luogo impervio.

Malgrado in anni di attività, di incidenti alpinistici ne ho purtroppo visti, è la prima volta che assisto ad uno di volo. E la cosa mi ha impressionato parecchio.

Qualcuno di voi sa dirmi le condizioni dello sfortunato coinvolto nell'incidente?

grazie mille.

Davide
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Davide Necchi


Il pilota sta bene.

Ha riportato una frattura al braccio ed un sospetto trauma cranico che ha costretto i sanitari a tenerlo sotto osservazione.

La giornata era molto bella per il volo ma in quel punto della montagna si sentiva l'effetto di un leggero vento da nord che distaccava termiche un po' mosse e secche nella zona di sottovento dove si trovavano i piloti in quel momento.

Il pilota volava una vela di classe 1-2 con una selletta base, ha avuto un collasso frontale seguito da un'asimmetrica che ha innescato una rotazione. Il pilota ha lanciato l'emergenza che si è dispiegata ma si è aperta solo parzialmente un attimo prima dell'impatto.
Per quanto riguarda le cause, è parere che si trovasse troppo vicino alle rocce in una zona che lo esponeva al rischio di collassi.

Considerata la dinamica dell'incidente, è parere di chi ha assistito al fatto (Mauro Maggiolo dal quale ho raccolto questa testimonianza) che il protagonista di questa disavventura sia stato molto fortunato.

Un ringraziamento a tutti coloro che si sono prodigati per i soccorsi che hanno dovuto intervenire in una zona di montagna molto impervia, ed a coloro che hanno allertato il 118: per primo un pilota di Valcava che via radio è riuscito a chiamare immediatamente il suo decollo, tu Donatello, e Mauro Maggiolo che dopo aver sorvolato il pilota per chiedere come stesse (senza risposta) per per attivare il 118 via telefono ha dovuto allontanarsi molto in volo dalla montagna.

Un appunto sulla macchina dei soccorsi:
Perfetto come sempre il 118 ed il soccorso alpino, fa specie che sulle montagne lecchesi, frequentate nei giorni festivi da decine di migliaia di persone, ci sia una copertura GSM approssimativa.
Sta di fatto che il pilota di Valcava ha attivato il soccorso utilizzando una radio sui 144 mhz (correggetemi se sbaglio) e questo è stato determinante per il soccorso.
E' assolutamente inammissibile che per presunte ragioni di ordine pubblico venga negata a dei cittadini la possibilità di utilizzare strumenti (le radio sui 2m) che in altri luoghi del mondo sono parte della vita quotidiana e strumenti irrinunciabili per la sicurezza pubblica.

Ho scritto cittadini, non sudditi.

Un grazie di nuovo a tutti
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Giorgio Sabbioni


Grazie mille della buona notizia, ho ancora in mente il volo e l'amico che chiedeva invano le sue condizioni.

Malgrado assolutamente ignorante nel campo del parapendio mi sono meravigliato molto proprio per la vicinanza alle rocce, mi trovavo su una delle più classiche guglie (il fungo) e ho salutato un pilota che volava a pochi metri da me.

La grignetta è una montagna bellissima, ma è una montagna che non perdona... che si vada a piedi, che si scali ed evidentemente anche per chi vola.

Concordo pienamente sull'anomalia delle comunicazioni, anche se almeno sul fronte gsm le cose stanno migliorando, fino a poco tempo fa sopra i 1000 m la copertura era totalmente assente.
E quoto anche sul problema delle licenze e patentini vari, anche tra gli alpinisti è abbastanza sentito.

per fortuna è andato tutto bene, il posto "scelto" per cadere proprio non era dei più felici.

buoni voli.

Davide
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Davide Necchi


Ero in volo anche io sopra Lecco proveniendo dal Cornizzolo e poi all'atterraggio ho sentito dell'incidente: certo che vista la zona dell'accaduto sembra quasi impossibile che se la sia cavata con così "pochi danni".

In effetti, sabato il cielo era troppo azzurro per essere luglio, con cumuli pressocchè assenti e termiche secche, nemmeno troppo violente e un qualche sospetto che ci potesse essere qualche infiltrazione da N c'era.

Anni fà anche a me ra successa una cosa simile all'uscita di una termica di sottovento sul versante E del M. tesoro: per fortuna avevo quota.

Ciao.
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Mame


 

ciao mame
scusa il disturbo ( a te e a tutti per deviare un attimo dal'accaduto) non è che mi dai qualche dato della tua configurazione inusuale tipo vela perdita quota interventi attivi per riportare la vela in assetto?
logicamente spero neinte emergenza.
scusa il disturbo e grazie ciao
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Postin "King of Stall"



Ciao Giorgio,
da quanto mi risulta un grosso aiuto alla fortuna è stato dato da Manuele Dondi, che dopo aver visto che l'infortunato era appeso per due cordini ad una guglia, ha fatto top (!) e, insieme ad una ragazza che era lì ad arrampicare, l'ha messo in sicurezza.
Questo almeno quanto è arrivato a me.

Assolutamente d'accordo sul discorso radio, bisognerebbe richiedere l'uso libero di una frequenza (come già hanno fatto altri) per le emergenze su radio che diano garanzie di portata utile.

Ciao
Antonio


Precisazione, i soccorsi sono stati portati sia da Manuele Dondi che da Gigi Gamba, i quali effettivamente si trovavano vicini al malcapitato nel momento dell'incidente. Ho assistito alle operazioni via telefono perchè dovevo essere in volo con loro e li avevo chiamati per sapere come era andata.
Una parola in più la spendo per il "compagno di merende" Gigi il quale, pur non avendo le capacità tecniche di Manuele (ma ci arriverà!) non ha esitato un secondo ad atterrare, tra l'altro in modo non molto soft, riportando anch'esso alcune contusioni e lacerazioni alla tuta di volo.
Queste cose mi fanno essere FIERO DI VOLARE CON QUESTI LORO!!!
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Chi vale vola, chi vola vale, chi non vola....è un vile
Otto Grunf


 

Caro Otto,
non ero presente al fatto, di Gigi sapevo che aveva aperto una sorta di cratere a Pian dei Resinelli con il suo top, come dici tu, non molto soft
Gigi è comunque una persona generosa, l'unico problema è che il rischio è stato di dover soccorrere due piloti invece di uno, ma sono d'accordo con te, è stato molto bello il suo gesto.
So che anche il suo farmacista ha apprezzato, forse anche a causa della scorta di Lasonil e bende che è riuscito a piazzargli
Come ho avuto modo di dirgli di persona, ritengo che Gigi abbia più vite di un gatto, c'avrei scommesso che sarebbe riuscito a fare top e a dare una mano, al di là delle facili battute che poi si fanno, anche se credo che certe azioni siano piuttosto al limite per un pilota normale.

Ciao


Devo aver conosciuto il "Gigi", almeno credo, tentando di prestare soccorso al caduto, è finito malamente in un canalone posto sotto il luogo dell'incidente. Gli abbiamo portato dell'acqua mentre tentava di risalire il ripido pendio erboso e di sgarbugliare una massa di cordini impressionante (e io che mi lamento dei gropponi con le corde d'arrampicata...)

Se è lui, salutamenlo.

davide.
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Davide Necchi


 

 

 

 


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