Sabato 17 giugno 2006 Parapendio Conizzolo - ValsassinaE' una calda e afosa giornata di Giugno: incontro in atterraggio un paio di piloti scettici che con queste condizioni non vogliono nemmeno salire per fare una planata. Il cieloinfatti č leggermente velato, la giornata molto stabile e non si vede nemmeno un cumulo. Speranzoso, dopo circa un'ora di attesa, salgo sulla navetta. In decollo ci sono i piloti esperti che si interrogano sulla migliore strategia da adottare in una giornata cosė piatta. Decolla tra i primi Regina, seguira da Roberto e dagli altri. Visto l'affollamento in questo decollo, dove stanno partendo anche gli allievi del corso, decido di fare 4 passi per decollare da un punto pių alto. Sono circa le 14.30 quando decollo, ma purtroppo, in poco tempo, il cielo si č coperto. Mi porto subito sopra il decollo centrale, sulla cui cresta aggancio una termica che mi porta velocemente intorno ai 1900 metri. Vista la quota punto verso il monte Rai, dove non trovo nessun ascensore utile. Proseguo verso i Corni di Canzo ma l'aria calda scarseggia. Proseguo verso il Moregallo, sono bassissimo e inizio a buttare l'occhio sul prato che c'č a Valmadrera, preparandomi ad un atterraggio forzato. Quando tutto sembra perduto si apre uno squarcio nel cielo grigio e proprio sopra il Moregallo le mie speranze di continuare a volare si riaccendono. Raggiungo a malapena i 1600 metri e decido di attraversare il lago di Lecco, visto che lo spiraglio di sole sembra muoversi in quella direzione. Arrivo al Coltiglione con 1150 metri di quota circa e faticosamente cerco di arrancare in salita. Visto che qui non si sale provo ad appoggiarmi al San Martino sfruttando la dinamica data dal vento da ovest, e la magia si ripete: ricomincio a salire fino a 1700 metri. Sulla torre dei Piani dei Resinelli faccio ancora un pò di quota, sfioro i 1800 metri. Da qui punto verso la Grignetta e sorvolo l'attacco del canale Porta. E' bellissimo vedere questa montagna da una prospettiva diversa. Purtroppo il panorama mozzafiato non è sufficiente per farmi salire e, visto che il sole ormai è sparito, ho iniziato la mia discesa senza ritorno. Ovviamente lotto fino alla fine cercando qualche termica, ma non c'è nulla da fare. Avvisto un grande campo libero da linee elettriche ed imposto l'atterraggio. E' passata poco più di un'ora dal decollo e adesso mi toca la parte più noiosa: il rientro in atterraggio. Il gps dice che sono a Pasturo e che per rientrare in atterraggio a piedi dovrei fare 55 chilometri, passando da Bellano. Mi sembra assurdo ed inizio a fare autostop nella direzione opposta da quella consigliata dal mio Garmin. Sarà per lo zaino enorme o per la mia faccia da teppista ma nessuno mi carica. Solo dopo un'ora circa un produttore di formaggi della zona mi carica e mi da uno strappo fino a Balisio. Qui salgo su un autobus di linea che mi porta in stazione a Lecco, dove posso prendere un altro bus per Suello. Sono di nuovo in atterraggio alle 17.30 con la voglia di tornare su a fare una planata in restituzione ma sono affamato ed assetato visto che non mangio e non bevo da stamatina. Alle 18 capisco che non ci saranno più altre navette visto che nessun pilota vuole più salire e decido di andare in decollo a piedi. Incontro sulla strada Gango su una maximoto che mi da uno strappo fino all'imbocco del sentiero. In un'ora e mezza circa sono ai campetti, ma il vento sembra aver cambiato direzione. Sento l'anemometro in vetta che risponde con un secco NORDOvest! Condizioni proibitive da manuale per volare. Non voglio assolutamente scendere a piedi e mi preparo a decollare verso Ovest. Mentre mi vesto inizia anche a piovere con una certa insistenza, mi affretto: non mi metto nemeno le calze e non collego l'acceleratore per fare prima. Riesco ad alzare la vela inzuppata con fatica e stacco i piedi da terra. In pochi minuti sono di nuovo a terra, stanco ma soddisfatto della giornata di volo.
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