Val Genova - Passo Lobbia altaRifugio ai caduti dell'Adamello23 - 24 Agosto 2016In un impeto esplorativo mi addentro nella Val Genova per la prima volta. E' una zona che non conosco e la prima impressione è tremenda: dopo aver superato un casello e pagato 4 Euro per l'accesso mi trovo su una stretta strada affollatissima e molto trafficata di auto che cercano di districarsi. Lascio l'auto al parcheggio più alto (Ponte Maria 1164 m)dove non sarebbe più consentito alle auto di salire nelle ore diurne ed inizio a salire a piedi. La giornata volge ormai alla fine e tutte le auto iniziano a ritornare in giù. La valle è molto lunga e non riesco ad arrivare alla fine a piedi prima che faccia buio. Approfitto dell'apertura al traffico per raggiungere la Malga Bedole a 1585 mt. La giornata volge alla fine e cerdo un ristoro per cenare. Approdo al Rifugio Adamello Collini al Bedole poco sopra (1641) dove riesco a cenare con un'ottimo piatto di caprilolo con polenta. Studio la mappa dei sentieri sul mio spmartphone e le cartine presenti in loco e riesco anche a acquistarne una per programmare l'itinerario di domani: salirò verso il passo della Lobbia alta. Mi accampo per la notte e alle 9 sono già pronto per il lungo trekking : sosta obbligata al rifugio della sera prima per fare colazione ed inizio la lunga risalita seguendo un sentiero sempre pù ripido che porta verso le ultime cascate e sul ghiacciaio. Il sentiero è davvero ripido e i punti umidi in ombra sono molto scivolosi, tanto da farmi impensierire per la discesa. Ci si avvicina poi alle cascate e si risale su traccie di roccia con alcuni punti facilitati dalla presenza di corde e catene (sentiero attrezzato Matarot). Superata la parte più ripida si raggiunge il ghiacciaio che deve essere necessariamente attraversato per raggiungere il rifugio Lobbia Alta. Non sono provvisto di ramponi ma il ghiaccio è in condizioni molto particolari: a causa dell'intenso caldo si è sciolta praticamente tutta la neve e si vede il ghiaccio trasparente che ha una consistenza di una granita. Per questo motivo non si scivola ed i crepacci sono assolutamente evidenti. Raggiungo il rifugio ai Caduti dell'Adamello dopo circa 4 ore e mezza e approfitto per mangiare un piatto di spaghetti con il ragù. Il tempo stringe e dopo un caffè inizio la lunghissima discesa verso il rifugio Mandrone attraversando il ghiacciaio dalla parte opposta, attraversando tutti i detriti del vecchio rifugio e dei residuati bellici della prima guerra mondiale. Il panorama è surreale, sembra di essere su un altro pianeta. Continuo a scattare foto usando il cellulare solo come macchina fotografica collegato con pannelli solari per la ricarica visto che non c'è copertura già da metà della val Genova. Rientro all'auto alle 19, dopo 10 ore di cammino con un dislivello positivo di 1600 metri ed uno sviluppo di 22, 4 chilometri.
|
|
in collaborazione con www.valtline.it - www.valtline.com
|