MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

6 Aprile 2007

Parapendio Cornizzolo - monte Rai - Corni di Canzo - Moregallo - San Martino - Grigna Meridionale - Barzaghino - Valbrona

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E' tutta la settimana che le previsioni annunciano una bella giornata per oggi. La stagione è quella giusta per fare un ottimo volo. L'anno scorso in questo periodo sono decollati dal Cornizzolo per atterrare a Bormio.
Viste le potenzialità della giornata Enrico organizza una navetta speciale alla mattina, prima di partire per Bassano del Grappa.
Ci troviamo tutti in atterraggio a Suello ed iniziamo a fantasticare sul volo che vorremmo fare. La navetta parte verso le 10.30. Per colazione ho bevuto solo un cappuccino e un paio di brioches per stare leggero. Arriviamo in decollo e constatiamo che purtroppo c'è uno spesso strato di inversione termica. Questo contrasta con le previsioni e potrebbe ostavcolare i nostri progetti. Due piloti che sono saliti con noi decollano subito, andando ad atterrare dopo poco tempo. Roberto conferma che la meteo svizzera prevedeva termiche blu fino all'Engadina. Il piano è quello di provare ad arrivare sul Monte Legnone e decidere poi in base alla copertura nuvolosa se fare rotta verso l'Enagadina o seguire la Valtellina.
In decollo c'è Ermanno, Matteo, i due Roberto, io, Massimo ed Eugenio. Alle 12.10 siamo pronti e decolliamo quasi tutti insieme, solo Massimo si attarda leggermente. Ci troviamo a salire tutti nella stessa termica, a pochi metri l'uno dall'altro.

Si capisce subito che non è una gran giornata: le termiche non spingono bene e più di tanto non si sale. Come pecoroni ci spostiamo tutti insieme verso il monte Rai e ci troviamo a lottare contro termiche inesistenti, galleggiando sul filo della cresta.

Siamo tutti titubanti e nessuno fa il primo passo per suerare il monte Rai. E' bello volare insieme perchè si forma una sorta di volontà comune e le decisioni vengono prese congiuntamente. Io e Massimo decidiamo di proseguire e lasciamo il monte Rai con solo 1200 metri di quota. Sui Corni di Canzo ci troviamo a lottare nuovamente per salire. Massimo aggancia una bella termica a nord-ovest e, appena riesco a fare un pò di quota, vado anche io ad agganciare. La termica ci porta fino a 1700 metri, quota appena sufficiente per passare il lago. Tiro dritto verso le pareti rocciose del San Martino sperando di agganciare li. La vela di Massimo è molto più performante e, sebbene fossimo partiti con la stessa quota, lui riesce ad arrivare all'altezza dei piani dei Resinelli. Io arrivo molto più basso e non riesco a trovare ascendenze. Osservo dall'alto il pargheggio dell'Orsa Maggiore vuoto e mi sembra uno spazio enorme dove atterrare in caso di emergenza.

Seguo la montagna verso sub, fino alla piazzola di atterraggio degli elicotteri. Anche qui trovo solo qualche debole bolla ma nessuna vera termica. E' già passata un'ora dal decollo e mi vorrà ancora una'altra ora abbondante per scavalcare questa montagna reticente. Non capisco nemmeno da dove arriva il vento, Massimo per radio mi dice che c'è qualcosa che arriva da est sopra la torre dei Piani dei Resinelli. Dopo mille sforzi mi trovo a sorvolare la torre dove aggancio finalmente una termica, che mi permette di arrivare a sfiorare le pareti di roccia della Grigna, sulla cresta Cermenati.

Sento per radio Massimo che mi comunica che è atterrato. Vista la pessima giornata avevo già abbandonato inconsciamente i miei sogni di distanza, ma questo mi riporta ancora di più alla realtà. Posso a questo punto solamente sperare di riuscire a rientrare a Suello. Adesso salgo con prepotenza, ma solo perchè sopra di me c'è una grossa nuvola che mi sta aspirando. La nuvola fa da cappello alla Grigna e quindi mi ostacola il passaggio. Non posso fare altro che fuggire da questa trappola, tenendo d'occhio anche un aliante che gira sotto di me. Con l'acceleratore tirato a fondo continuo a salire fino ad entrare nella nube. Controllo con il gps e la bussola la rotta e finalmente riesco ad uscire. Sto già attraversando il lago e non perdo troppa quota: arrivo sulla cresta del Moregallo dove con un pò di fatica riesco a guadagnare qualche metro, appena sufficienti per portarmi verso i Corni di Canzo e lasciare una turista seminuda che prende il sole in vetta.

Aggancio nello stesso punto di prima fino a guadagnare quota per rientrare verso il Cornizzolo. Vicino a me ci sono altre due vele che girano sulle stesse termiche. Arrivato al Cornizzolo guadagno ancora un po di quota e, quando sono a 1660 metri, decido di provare ad andare ad Ovest verso Brunate. Perdo tanta quota e arrivo ad appoggiarmi al Barzaghino dopo un paio di deboli termiche. Anche qui non si sale: il vento è forte e si può sfuttare solo la dinamica del vento che sale sopra gli alberi. Provo a lasciare il Barzaghino e proseguire verso ovest ma la perdita di quota controvento è davvero eccessiva. Sono costretto a ritornare indietro, guadagnando qualche metro quà e là. Proseguo la mia corsa ad est spinto dal vento, provo a fare di tutto per riguadagnare quota fino a che mi arrendo e vado ad atterrare in un campo nel paese di Valbrona.

Sono passate più di quattro ore e mezza di volo senza bere nè mangiare e sono davvero stanco. Svuoto quasi competamente una bottiglia di acqua e mangio il panino con il prosciutto crudo che avevo preparato. Adesso devo rientrare a piedi. Imposto sul navigatore che mi segnala 14 chilometri alla macchina. Decisamente troppi da fare a piedi in poco tempo. Provo a chiedere se ci sono mezzi pubblici ma dovrei prendere due pullman e un tremo prima di arrivare. Opto per un autostop, mentre cammino verso Canzo. Non si femra nessuno, faccio quasi due chilometri a piedi prima di essere caricato da un ragazzo molto gentile con una Renalut 4 che sarebbe disponibile ad accompagnarmi fino a Suello. Non voglio approfittare della sua gentilezza e fargli fare 30 chilometri nel traffico del venerdi sera, quindi mi faccio accompagnare alla località Gajum, dove c'è l'imbocco per il sentiero che sale al Cornizzolo. Da qui salitò a piedi con la vela per rientrare alla macchina in volo.

Sono davvero stanco ma questa passeggiata aiuta a lasciarmi alle spalle lo stress di un volo così tecnico e lungo. Alla fine sento davvero i 96 chili che gravano sulle mie gambe, ma la soddisfazione di arrivare in cima al tramonto e fare una planata è impagabile. Atterro con il sole che non è competamente tramontato e devo correre a Milano perchè tra poco dovrò partire nuovamente per Bormio con Giobbe. A Milano un boccone veloce, faccio le valigie e Giobbe cambia idea, non vuole più partire. Fortunatamente Giangi è ancora a Milano e mi aspetta così salgo con loro e non faccio il viaggio da solo.


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