19 gennaio 2007 Scialpinismo Isolaccia Zardin - Pezzel - SivalLa giornata è ottima e le generose nevicate della scorsa settimana ci invitano a tirare fuori dall'armadio gli sci d'alpinismo e le ciaspole. Ci raggiunge anche Giacomo che al montaggio di un letto vuole abbinare una gita con le pelli. Iniziamo a salire sulla via innevata che porta verso la val Lia: un gatto ha battuto in maniera perfetta la strada. Passiamo le baite di Pezzel e svoltiamo a destra seguendo una traccia che porta verso la nuova strada a tornanti. Ci ricongiungiamo con la traccia lasciata dal gatto che ha tagliato passando per gli alpeggi e proseguiamo velocemente sul lunghissimo tratto battuto. Una breve sosta per un tè caldo e ci spartiamo equamente due arance e una banana, facendo fuori tutto il budget di commestibili che siamo portati nello zaino. Alla fine dei tornanti la traccia del gatto prosegue in discesa nella direzione opposta a quella dove siamo diretti: vorremmo raggiungere gli impianti da sci Sival in cima all'ancora, dove potremmo gustarci un panino e una birra. Abbandoniamo quindi la traccia del gatto tracciando un nuovo percorso nella neve fresca. Facciamo molta fatica perchè la neve è pesante e tende ad incollarsi allo sci. Nemmeno la sciolina passata sotto le pelli risolve il problema. Attraversiamo l'ultimo alpeggio e ci infiliamo nel boschetto che dovrebbe portarci verso le piste battute. Seguiamo una debole traccia che si intravede sotto lo spesso manto di neve fresca fino ad un avvallamento. Qui le tracce si perdono e ci chiediamo cosa fare. Siamo quasi a 2100 metri e proseguiamo seguendo la stessa direzione, in leggera discesa. Ci facciamo strada tra un'albero e un'altro fino a che riusciamo a scorgere l'impiano di sci, che sembra quasi vicino. In realtà c'è un profondo avallamento che ci separa dalla civiltà. Un bosco fitto ed una pendenza eccessiva ci costringono a scendere. Marco e Alessia fanno molta fatica perchè la neve ha coperto anche piccoli alberi e cespugli e sotto il peso delle ciaspole li fa spofondare rendendo quasi impossibile l'avanzamento. Siamo quasi arrivati alla base dell'avvallamento e ci rendiamo conto che una parete quasi verticale di neve ci separa dall'impianto di risalita che ormai è chiuso. Attraversiamo il fiume completamente coperto di neve che al nostro passaggio cede. Alessia sprofonda fino a immergere i suoi piedi nel fiume. Ha freddo ma resiste stoicamente. Riprendiamo la nostra salita attaccando la parete dalla parte meno ripida e con grande fatica raggiungiamo le piste. Ci fermiamo per togliere le pelli e accendere le lampade frontali per affrontare la discesa. Un gatto che sta battendo le piste ci viene incontro e ci chiede da dove arriviamo. Iniziamo la nostra discesa al chiaror di luna sugli sci, mentre Alessia e Marco cavalcano un provvidenziale winterskate. Al nostro rientro, dopo 13 chilometri percorsi e un dislivello positivo di 750 metri abbondanti, non ci resta che reintegrare le energie perdute con un'abbondate cena valtellinese al Forte di Oga. Traccia Gps
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