Scialpinismo al passo dello Stelvio13 giugno 2009 Sveglia allle 5.20: il cielo è terso e il forte vento da nord ha spazzatto le nubi che ieri coprivano in cielo della Valtellina. Veloce colazione e partiamo con gli sci alla volta del Passo dello Stelvio. Alle 6.38 le pelli dei nostri sci stanno già risalendo la durissima neve ghiacciata all'arrrivo delle piste da sci. Dopo 40 minuti circa ci superiamo il rifugio Pirovano a 3020 mt. Proseguiamo lungo le piste da sci ancora deserte fino al rifugio Monte Livrio 3174 m: sono le 7.50 e proseguiamo lungo la Vedretta Piana in direzione ovest-sud-ovest lasciando correre le lamine sulla leggera discesa. Scendiamo fino a 2950 metri, sulla Vedretta del Madaccio e proseguiamo fino alle pendici del Madaccio iniziando a salire la piccola Vedretta delle Baite. Pieghiamo a sinistra risalendo la ripida parete che porta alla sella del Passo di Tuckett, che si apre tra il Madaccio di dentro e la Cima Tucket. Faccio molta fatica a causa delle lamine poco affilate e le pelli poco mordaci. Anche la quota elevata non aiuta ad affrontare il ripido pendio. Avvistiamo il Bivacco Ninotta 3403 m che sorge sui ruderi di vecchi baraccamenti militari. Pieghiamo a destra risalendo la cresta est della Punta Tuckett su neve e roccette toccando in breve la vetta (3462 mt). La prima ascensione di questa cima è stata effettuata da Julius Payer con la Guida Johann Pinggera il 12 settembre 1866. Sono le 10.10 e in vetta il vento da nord è fortissimo. Non ci resta che togliere le pelli e goderci la discesa. Scendiamo il ripido pendio seguendo l'itinerario di salita, piegando sulla destra per evitare il traverso che ci avrebbe portato al rifugio Livrio e scendendo verso il versante altoatesino del passo. Sciamo su una neve ancora stupenda fino a 2200 metri. Ci togliamo gli sci, facciamo una breve sosta e raggiungiamo a piedi l'hotel Franzenshohe a Trafoi dove ci gustiamo una meritata birra. Siamo in provincia di Bolzano e per rientrare al passo dello Stelvio dove abbiamo l'auto confidiamo in qualcuno che ci dia un passaggio. Dopo più di un'ora non si è fermata nemmeno un'auto e iniziamo a fare autostop anche con le moto. Mi carica subito un tedesco gentilissimo che chiede se abbiamo problemi e mi porta, anche senza casco, fino al passo dello Stelvio dove recupero l'auto.
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