16 Febbraio 2008 Sci Val di RezzaloLoccasione è ghiotta: non nevica da tre settimane e il manto nevoso ormai si è assestato. In questi giorni un'ondata di aria fredda ha aiutato ulteriormente la neve a consolidarsi e il rischio di slavine è limitato a 2. Già venerdì pensiamo di fare la discesa della valle di Rezzalo: un veloce giro di sms e la gita è praticamente organizzata. Ci sveglieremo sabato mattina (non troppo) presto per organizzare questa escursione. Per evitare di fare lunghi e noiosi recuperi delle auto decidiamo di avvalerci dell'ausilio dei mezzi pubblici. Filippo non viene e sta con Lorenzo, Giacomo fa un pomeridiano a Bormio e Adriano è raffreddato. Purtroppo il primo pullman utile per noi che parte da Bormio per Santa Caterina è alle 12.30, ma dovremmo farcela. Alle 13 siamo davanti alla nuova ovovia di santa Caterina che ci porta in pochi minuti in quota. Ci prepariamo e con grande circospezione e tatto ci informiamo presso un addetto agli impianti sulla praticabilità dell'itinerario. Veniamo rassicurati ed iniziamo la nostra discesa. Marco e Alessia non hanno gli sci da alpinismo e dobbiamo stare attenti a non perdere troppa quota. Purtroppo ci rendiamo conto che non è possibile raggiungere il passo dell'Alpe (2641 mt) senza fare un minimo di salita. Siamo costretti a prendere una seggiovia per portarvi nuovamente in quota e ci dirigiamo verso il verco che ci porterà al passo dell'Alpe e in val di Rezzalo. Superiamo una discesa su un ripido canalino e saliamo con gli sci in spalla una manciata di metri che ci separano dall'inizio della nostra discesa. Ci fermiamo a mangiare i nostri panini in compagnia di altri scialpinisti che hanno faranno il nostro stesso percorso, avendo però fatto anche la salita. Seguiremo una pista tracciata durante la Prima Guerra Mondiale, opera che avrebbe potuto contribuire ad una eventuale contooffensiva in caso disfondamento austriaco sul fronte dello Stelvio e dell’Adamello. Questa pista è anche battuta da un gatto delle nevi che ha tracciato l'itinerario in maniera impeccabile. La traccia del gatto termina presso alcune baite, in località Le Tegiaccie (2218 mt). Da qui iniziamo a scendere su un ripido costone , passando poi dalle baite Clevio e Clevaccio. Proseguiamo lungo la valle e incontriamo le baite Gnera, di Mainivo, di Ronzon (o Ronzone) e del Merlo e la Chiesa dedicata a San Bernardo di Chiaravalle . Qui incontriamo altre persone che probabilmente hanno fatto una gita fino all'agriturismo "La baita", unico caseggiato abitato in tutta la valle. Proseguiamo aiutandoci con i bastoncini da sci per superare il pianoro fino alle baite di Macoggia (m. 1853) e poi imbocchiamo la stretta strada in discesa che porta a Fumero. Faccio una variante abbandonando la strada per scendere direttamente nel letto del torrente Rezzalasco. Superiamo il parcheggio delle auto e seguiamo la strada ghiacciata fino a che non troviamo l'asfalto. Qui ci sono diverse auto che cercano di parcheggiare e ci chiedono se lasciamo libero un parcheggio. Devono raggiungere la baita con le ciaspole e si fermeranno per cena, per scendere in notturna con gli slittini. Per ora non c'è nessuno che ci possa dare un passaggio ed iniziamo a scendere a piedi lungo la strada con gli sci in spalla e gli scarponi nello zaino. Finalmente passa una piccola Suzuki che può caricare uno di noi: sale in auto Marco che potrebbe andare a Bormio a recuperare la nostra macchina. Noi proseguaimo a piedi, e, quando siamo in vista del paese Frontale incrociamo 2 scialpinisti che scendono su una Mercedes fuoristrada che ci caricano dandoci un passaggio fino a Le Prese. Alle 17.40 saliamo sul pullman Tirano - Bormio.
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