Il cielo è terso, le previsioni sono ottime, l'anemometro
conferma la prevista brezza da sud.
Qualche cumuletto bianco arriva fino a Milano. Mentre
sto andando verso Suello vedo che le nuvole sopra le montagne:
in realtà sono tante e molto, molto in alto.
Mi immagino già un volo altissimo, magari di distanza:
chissà se riuscirò ad arrivare in Valcava...
L'adrenalina comincia a salire a livelli preoccupanti!
Arrivato in atterraggio incontro Valentino. Scambiamo
due parole e mi esterna i suoi dubbi sulla giornata e
sulle condizioni troppo forti. Ha deciso di non volare.
Vedo una navetta in partenza e ci salgo subito, senza
nemmeno fare mente locale su cosa mi serve. Appena partiti
realizzo che i miei occhiali da sole sono rimasti in macchina.
Arrivo in deccollo e vedo che nella sacca mi mancano
in guanti: un pessimo inizio!
Fotrunatamente Gango ne ha un paio di riserva e mi salva
la giornata. Mi preparo in decollo vestito quasi da palombaro
contro il freddo e imbottito di xamamina per evitare il
mal di mare.
Non vedo nessun pilota decollare e salire decisamente:
vedo solo due o tre vele altissime e tutti gli altri scendono.
Decollo e punto deciso verso il cosiddetto "centrale"
ma continuo a scendere. Finalmente trovo la solita termica
che mi aspettava ed inizio a girarla. In breve sono sopra
il decollo, salgo ancora, supero la cima della montagna
e continuo a salire. Non mollo e sempre nella stessa termica
supero i 2000 matri di quota.
Visto che sono così alto decido di attraversare
subito verso il monte Barro senza fare ulteriori giri,
saltando la solita tappa al monte Rai.
Perdo molta quota e nella traversata non trovo nessuna
termica. Anche in prossimità della vetta non ci
sono termiche, guardo il parcheggio dei caravan che utilizzerei
per atterrare in caso di emergenza e poi provo a spostarmi
verso sud, sperando in un pò di dinamica. Finalmente
il variometro ricomincia a suonare: sto salendo di nuovo.
La termica è scarrocciata verso il lago e la turbolenza
che genera mi fa pendolare moltissimo, la mia vela si
destreggia con un paio di chiusure...
Sono a 1500 metri circa sopra il lago e decido di attraversare
verso il monte Magnodeno. Sorvolo Lecco abbastanza basso
e tengo d'occhio il campo da calcio e l'eliporto del Bione,
da utilizzare come atterraggio di emergenza in caso non
riuscissi a fare nuovamente quota. Ormai il parcheggio
dei caravan, dal quale sarei riuscito arrivare alla macchina
camminando un pò, è lontanissimo, e se dovessi
utilizzare questo atterraggio dovrei cercarmi un passaggio
per Suello.
Sono abbastanza preoccupato perchè non vedo nessun
pilota che sta facendo il mio percorso: ne vedo solo due
che sono molto più in altro di me oltre la vetta.
Scorgo in distanza quello che mi sembra un parapendio,
ma quando mi avvicino mi accorgo che è troppo piccolo
e veloce. Non capisco proprio cosa sia e fugge verso la
Valsassina.
Mentre sto lottando con un paio di termiche troppo deboli
finalmente vedo una vela che scende dietro alla montagna
e si porta più o meno alla mia stessa altezza.
Finalmente aggancio quella giusta che mi fa superare
la cresta: vedo il bivacco del Magnodeno con alcuni escursionisti
che prendono il sole. Continuo a salire con la stessa
termica che mi scarroccia verso il Resegone. La velocità
di salita aumenta in continuazione e arrivo a superare
i 5 metri al secondo. Adesso sono sopra a 2 alianti che
prima guardavo dal basso. Il variometro che segna 2300
metri e in un istante mi trovo immerso nella nebbia.
Ho raggiunto la base delle nuvole: smetto di girare la
termica e affondo l'acceleratore per uscire. Purtroppo
l'aspirazione è così forte che anche con
l'acceleratore tirato al massimo continuo a salire. Arrivo
al punto di non vedere più i miei piedi e mi spavento:
so che sotto ci sono due alianti e oggi sono senza Gps
che mi aiuterebbe a tenere almeno una traiettoria lineare
per uscirne.
Decisione drastica: faccio una vite nell'assenza totale
di visibilità e in breve torno a vedere le montagne
sotto di me.
Tiro dritto verso il Barro facendo una riturata strategica.
Il traguardo della Valcava è rinviato alla prossima
volta.
Raggiungo il Barro e ricomincio a salire. Adesso sono
più tranquillo perchè, anche se dovessi
mancare l'atterraggio ufficiale, potrei raggiungerlo a
piedi. Una generosa termica scarrocciata verso il lago
mi porta nuovamente oltre i 2000 metri: decido quindi
di fare un altro giro verso il monte Rai che avevo saltato
all'andata. Il vento è forte e ci metto molto tempo
a raggiungerlo, arrivo appena sotto la cresta.
Da lì riprendo un po di quota in dinamica e mi
porto nuovamente sopra al Cornizzolo. Un breve passaggio
sopra il decollo per vedere se c'è qualcuno di
conosciuto e poi spengo il variometro perchè sono
stufo di sentirlo bippare. Mi godo il volo ascoltando
il suono del vento che sibila sui cordini, le cicale sui
campetti e il rumore del bosco.
Atterro dove ho lasciato l'auto dopo un bellissimo volo
di 2 ore e 18 minuti.
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