MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

24 dicembre 2006

Ferrata ai Piani d'Erna "gamma 1"

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E' una calda mattinata di dicembre. Ci dirigiamo verso Lecco con l'intenzione di salire sulla ferrata dei Piani d'Erna. Lasciamo l'auto al parcheggio della funivia ed iniziamo a salire sul sentiero che porta all'attacco della ferrata. Io mi sono portato anche il parapendio, nell'eventualità che riesca a trovare condizioni favorevoli ad un decollo. Non sono mai decollato dai Piani d'Erna e non ho informazioni sul decollo ma ricordo che l'anno scorso, mentre volavo in questa zona con Massimo, lui aveva "bucato" ed era riuscito a decollare salendo con la funivia. Chiediamo ai passanti informazioni per trovare il punto di attacco che individuiamo anche grazie ad un ottimo cartello segnaletico. Attacca per primo la ferrata Giobbe, seguito da Bruno che è alla sua prima esperienza di ferrata. Purtroppo si è dimenticato a casa il casco ed i guanti ed è titubante vista la pendenza che c'è sin dall'attacco.

Riesco a convincerlo ed iniziamo a salire. Nonostante sia la vigilia di Natale fa davvero caldo e sudiamo tantissimo. Appena mi sento fuori pericolo mi tolgo il casco perchè fa troppo caldo. Ci sorpassano alcuni alpinisti e ironicamente commentano la temperatura dicendo che questa ferrata andrebbe fatta in inverno...

Una piccola pausa per bere un tè caldo e riprendiamo la nostra salita. Nei punti in ombra troviamo tracce di neve e ghiaccio ma rapidamente arriviamo in cima ai piani. Da qui gustiamo una vista spettacolare e approfittiamo per mangiare i nostri panini. Purtroppo non vedo un punto dove decollare e provo a chiamare Massimo ma il telefono cellulare non ha copertura.

Finalmente individuo un punto che potrebbe essere utilizzato per il decollo: è un ripidissimo canalino in erba orientato verso sud-ovest. Purtroppo il vento arriva da dietro, accrescendo la difficoltà del decollo. Posiziono la vela su un balconcino che sovrasta il canalino, anche se sono molto scettico visto che lo spazio per passare è ridotto.

Provo a decollare assistito da Bruno e Giobbe che però mi fermano subito vedendo che la vela non ci passa. Mi sposto quindi più in basso, posizionandomi direttamente nel canalino. Qui devo concentrarmi perchè non ho margine di errore: se scivolassi non riuscirei più a fermarmi.

Decollo con decisione e in pochi secondo sono già lontano. Mi dirigo verso il Magnodeno sperando di trovare dinamica di pendio ma purtroppo continuo a scendere. Decido di proseguire oltre e non atterrare nei pressi dei prati dove abbiamo parcheggiato l'auto ma vado verso il Bione.

La piazzola per l'atterraggio degli elicotteri è libera ed inizio ad impostare l'atterraggio controvento, verso nord. A terra il vento è così teso che poggio i piedi quasi da fermo. Un addetto all'eliporto corre verso di me per avvisarmi che sta per arrivare un elicottero: si sbrigo a chiudere la vela e mi sposto per il ripegamento.

Intanto Giobbe e Bruno sono scesi in funivia e passano a recuperarmi al Bione.


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