MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA
UN’ORA DENTRO UN CUMULONEMBO: EWA RACCONTA

Non essendo riuscita a scappare ad un fronte tempestoso,Ewa è stata aspirata dentro un cumulonembo. Il suo Gps attesta che si è fatta trascinare fino a 9946 m. Molto più in alto che L’Everest! Un’esperienza (fortunatamente) rarissima dalla quale bisogna saper trarre tutti gli insegnamenti possibili.

Per questa ragione, noi abbiamo domandato ad Ewa di raccontarci in dettaglio ciò che è successo…


“Ero in una manche d’allenamento con altri sei piloti della squadra tedesca, in una piccola vallata tra Barabba e Bingara. Lo svizzero Chrigel Maurer

stava facendo lo stesso nostro volo, egli era già partito in avanti e noi l’abbiamo preso a riferimento. Chrigel non s’immagina sicuramente che in competizione egli rappresenta, suo malgrado, un esempio che altri piloti possono essere tentati di seguire…Ma lui era già lontano dalla tempesta quando noi eravamo ancora, senza saperlo, nella sua zona d’attrazione. Noi seguivamo una rotta tra due sviluppi tempestosi che tendevano a riunirsi.

Davanti a noi, sulla nostra destra un’altra nuvola si stava sviluppando rapidamente ma non ci sembrava ancora troppo minacciosa, tanto che sulla nostra sinistra, c’era ancora una grande distesa di cielo blu verso la quale noi pensavamo di scappare. Sarebbe stato preferibile atterrare prima, ma al punto dove eravamo, io ho pensato che sarebbe stato meglio continuare… Noi volavamo ad un’altitudine pressoché costante, verso 2.200 m., con larghe zone portanti tra 0 e +1 m/s. Stimavamo che il sistema tempestoso che ci minacciava si trovasse a una decina di km dietro a noi, dunque sufficientemente lontano per scappargli. Ma è molto difficile stimare la distanza alla quale si trova una nuvola e noi eravamo in realtà molto più vicini di quanto immaginavamo…

E’ arrivato di colpo. Stavamo attraversando delle zone leggermente ascendenti, a buona velocità… quando io ho visto della condensa cominciare a formarsi sotto di me. La spiegazione che alcuni hanno avanzato in seguito è che una massa d’aria fredda originata dalle nuvole tempestose, abbia

destabilizzato l’aria calda al suolo: il sistema tempestoso ha allora dovuto manifestarsi in tutta la sua potenza ed è diventato impossibile scappargli.

Quasi istantaneamente, ho cambiato universo: sono stata spinta da un’enorme ascendenza circa di 20 m/s! Io ho immediatamente iniziato dei 360, fino a mettere la vela con le bocche al suolo, ma l’ascendenza era veramente troppo forte e io ho continuato a salire. Ho insistito,insistito, ho continuato a spiralare fino a che non ne ho più potuto fisicamente. Allora ho rilasciato, sfinita, e lì ho cominciato ad avere molta paura. Prima di allora ero troppo impegnata a controllare la mia ala per aver paura: era tremendamente turbolento, l’ala si fermava, collassava in tutti i sensi, io contrastavo , ho stallato più volte per disfare delle cravatte. A un certo momento ho anche pensato al mio paracadute di soccorso, ma io speravo ancora che continuando a volare diritto, sarei potuta uscire dalla nuvola. Poi mi sono resa conto che mi era impossibile mantenere una direzione: allora, sono stata male a guardare la traccia del mio Gps, vedevo che si spezzava e girava senza interruzioni…

Da quando avevo cessato di spiralare, mi sono messa a salire sempre più forte. Salivo, salivo e si mise a piovere fortissimo poi a grandinare. Io non vedevo più nulla, la grandine mi colpiva il viso. Era molto doloroso. In t-shirt sotto la mia tuta da volo ero bagnata ed ho cominciato ad avere veramente freddo. Verso 4000 m. ho preso al mia radio e ho chiamato il mio team-leader: - Stephan, va male…-

Ho iniziato a sentire i tuoni scoppiare tutt’intorno a me, ed allora ho veramente realizzato che ero nel cuore del nembo (nota: il pilota cinese aspirato nello stesso momento di Ewa è stato fulminato, senza dubbio tra 5000 e 6000 m.) Tutto era diventato nero intorno a me, il vario urlava in maniera continua, io ero compressa nella selletta come se fossi stata in una spirale molto tirata ma invece era per la forza dell’ascendenza…

Allora mi sono sentita scivolare nell’incoscienza e ho perduto i sensi…”


Il vario di Ewa registrerà un altezza massima di 9946 m., la sua traccia del Gps mostra una traiettoria errante da una parte e dall’altra del suo apogeo, in larghi cerchi regolari. Inanimata e probabilmente accasciata su un lato della selletta, la sua ala è rimasta in virata per tutto il tempo della deriva che si è potuta stimare in una quarantina di minuti. Poi sempre secondo la traccia del Gps, la sua ala ha incontrato un enorme discendenza calcolata a -33 m/s.(!), la sola traiettoria diritta del suo volo…


“Quando ho ripreso conoscenza, i miei occhi erano incollati per il ghiaccio, ma l’idea di battermi mi è ritornata immediatamente. Ho cercato di ripilotare, ma non sentivo alcuna pressione nelle braccia. Allora ho compreso che avevo perduto i comandi: li ho cercati e li ho visti che pendevano nel grigio ricoperti di ghiaccio. Non sapevo dov’ero, tutto era ricoperto di ghiaccio, pensavo d’aver avuto un breve svenimento. Ho grattato il ghiaccio che ricopriva il mio Gps: ero ancora a 6900 m! Dunque ancora molto in alto, ma respiravo normalmente. In compenso avevo veramente freddo e tremavo senza potermi controllare. L’ala volava ma io non sapevo dove andare. Pioveva sempre, grandinava a tratti ma i movimenti dell’aria erano molto dolci, non c’era più molta turbolenza. E poi improvvisamente, verso 6500 m. sono uscita al sole e ho visto che galleggiavo in un’area tra le nuvole , castellatus, torri di tutti i tipi dappertutto che salivano altissime. Sono rientrata di nuovo nelle nuvole ma ho pensato che ormai avevo una speranza e mi sono concentrata a volare diritto. Verso 5000 m. mi sono resa conto che scendevo con un tasso di caduta normale. Allora ho ingaggiato una spirale: non troppo rapida per non rischiare di perdere nuovamente conoscenza, ma lunga e continua…Ho mantenuto questa spirale senza interruzione fino a che ho visto le nuvole aprirsi e il sole apparire. Io credo che quella visione resterà sempre per me un momento veramente insperato, incredibile. Quando ho stoppato la spirale, mi sono guardata intorno: non c’era nulla , ne strade, ne case, nulla! Poi ho intravisto una fattoria in costruzione: allora mi sono diretta verso quella, ho fatto una virata per mettermi faccia al vento e mi sono posata normalmente. Toccando terra la mia la ha basculato indietro: essa era incredibilmente pesante, piena di chicchi di grandine.! Ha impiegato 4 giorni ad asciugare. Anche la selletta era ricoperta di ghiaccio. C’ho messo molto tempo a liberarmi, ho cercato di alzarmi e camminare ma non sono riuscita. La radio era gelata, fuori servizio. Non riuscivo a riflettere chiaramente. Allora mi sono rannicchiata su me stessa per cercare di riprendere un po’ di calore e di enegia…

3 minuti più tardi , il mio telefonino suonò, ciò mi risvegliò e solamente allora mi ricordai d’avere un cellulare! Era la mia squadra che mi stava cercando. Gli ho dato le coordinate del Gps, poi siccome aveva ricominciato a piovere e a soffiare vento, ho cercato di piegare la mia ala ma era sempre troppo pesante, impossibile piegarla. (NdR: secondo il medico che ha curato Ewa, la sua immobilità forzata l’ha probabilmente salvata, perché se ella si fosse mossa troppo, dei grumi di sangue gelato avrebbero potuto arrivare al cuore ed ucciderla).


“Avevo molto male agli occhi, le orecchie gonfie e spellate, le mie ginocchia erano gelate. La mia squadra mi ha accompagnato all’ospedale: avevo dei grossi ascessi neri alle ginocchia, febbre ma un tasso d’ossigeno normale. Tre giorni dopo , mi sentivo assai bene da voler volare nuovamente: ho deciso di rimettermi in volo il più presto possibile per non restare a pensare troppo a lungo…”


“Sto sempre male a credere che questa avventura sia capitata a me! Il risultato del campionato ha per me poca importanza, io sono felicissima di essere in vita e di poter volare nuovamente. Non so se ho visto gli angeli, come mi viene domandato qualche volta, ma ciò che è sicuro, è che mi sento più vicina a loro: ho sicuramente dei buoni angeli custodi! E come diceva Kari Castle in un’intervista: “ sono sopravvissuto perché avevo ancora tante cose belle da fare su questa terra…” Ella ha sicuramente ragione. Qualche giorno più tardi un cantautore australiano mi ha inviato una canzone che mi ha dedicato, s’intitola “ amo una farfalla nella tempesta” e non posso ascoltarla tuttora senza piangere…


La redazione

--Altri piloti sorpresi—

Ewa non è stata la sola ad essere sorpresa quel giorno.

He Zhongping, pilota cinese è sfortunatamente deceduto ( egli è stato fulminato). Il belga Christopher Gaber si è fatto trascinare al suolo dopo aver fatto emergenza. L’olandese Ruud Van der Hayden è riuscito a sfuggire alla tempesta restando per molti minuti in full-stall (Ruud dice che in full-stall, scendeva a -2 m/s!) ma ad un certo momento non è più riuscito fisicamente a tenere i comandi in stallo, allora una delle sue braccia ha ceduto ed è risalita, e questa manovra asimmetrica è stata l’inizio di una cascata di configurazioni inusuali: è allora che ha lanciato l’emergenza. Ne è uscito indenne. Ruud e Christopher dicono che quando loro sono entrati nella nube all’inizio non era violentissima ma non hanno osato fare dei 360 per paura di urtarsi nella nube…

Altri piloti si sono fatti aspirare nella nube. Alcuni hanno fatto parecchie decine di minuti di spirali tirate. Andy Heidiger ha dovuto lottare molto a lungo per ridiscendere.


La redazione

Racconto tratto da termicamica.it

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