MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

23 - 24 Febbraio 2008

Moena

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Sono stato a Moena più di 20 anni fa e grazie ad un invito a casa di Laura cogliamo l'occasione per lasciare le montagne lombarde per andare a sciare sulle dolomiti. Il primo giorno sciamo al passo San Pellegrino: è impressionante vedere quanta poca neve sia rimasta. Praticamente si scia solo su neve artificiale che, con il cado di questi giorni è ridotta ad una poltiglia collosa. Abbandoniamo il versante della Cima dell'Uomo e prendiamo la funivia del Col Margherita. E' strapiena e questo affollamento da un certo senso di luna park alla domenica. Facciamo un paio di piste fino a trovarci per caso su quella che porta verso il Passo Valles. La pista è praticamente deserta e ci chiediamo se riusciremo a risalire. Alcuni sciatori ci rassicurano confermando che da Falcade si può risalire con gli impianti. Sarebbe anche un ottimo itinerario di scialpinismo.

A Falcade la neve è praticamente acqua, non ci resta che risalire e rientrare vesro Moena. Prima di cena decido di fare una corsa e parto seguendo una strada che sale sopra casa di Laura. Presto diventa pedonale e contunuo a correre superando gli impianti di risalita dell'Alpe Lusia. C'è un vento contrario molto forte e io sono vestito solo con un pile leggero. La strada prosegue ancora ma inizia ad essere ghiacciata. Sopra il ghiaccio scorrono diversi centimetri di acqua, più che una strada sembra un fiume. Corro sul lato cercando di non bagnarmi. Arrivo ad incrociare la strada asfaltata che porta al passo San Pellegrino e qui piego a destra superando il ponte sul fiume per risalirlo sulla destra. Da questo punto la strada è completamente innevata, vorrei avere un paio di scarpe chiodate per non scivolare. La strada è battuta ma non vedo assolutamente tracce di sci da alpinismo. Ad un certo punto incontro un bivio sulla destra e mi immagino che questa strada possa portarmi sulle piste che scendono dall'alpe Lusia. Seguo questa traccia che è diventata nel frattempo più stretta e irregolare. E' quasi buio ormai e il bosco intorno a me è tetro. Riesco a vedere la strada solo perchè essendo bianca riflette gli ultimi raggi di luce.

Ccontinuo a chiedermi come mai non ci siano tracce di sci alpinisti quando mi rendo conto che la strada si interrompe, così come la traccia che seguivo. Cerco un sentiero invano, ma devo utilizzare la frontale perchè adesso è davvero buio. Mi addentro nel fitto bosco camminando su un ripido costone quasi completamente senza neve. Proseguo per molti metri senza trovare alcuna traccia di passaggio umano. Ho già fatto più di 5 chilometri nel bosco e forse è il caso di abbandonare l'idea di raggiungere le piste. Non dovrebbero essere lontane ma preferisco non rischiare di scivolare in un canalone. Torno indietro cercando la strada innevata, in alcuni tratti mi muovo a quattro zampe, assaporando un ancestrale senso animale.

Raggiungo la strada ed inizio a correre in discesa: per quello che posso vedere al buio con la frontale a Led cerco di analizzare meglio le impronte a non mi sembrano affatto umane. Si tratta probabilmente delle tracce di passaggio di animali. Inizio ad immaginarmi come potrei affrontare un incontro con un lupo. Penso che punterei subito alla testa cercadno di bloccare le fauci e di strozzarlo. Dovrei attaccare io per primo cercando di farlo scappare o dovrei aspettare una sua mossa? Nel dubbio continuo a correre nel bosco sempre più buio. Mi sembra anche di sentire strani rumori tra gli alberi. Quardo il conachilometri del gps che confemra che la mia velocità e davvero ridotta: sto cercando di non scivolare e non posso accelerare.

Raggiungo la strada e rientro in paese.

La mattina dopo decidiamo di sciare all'Alpe Lusia: l'impatto è terribile. Al fangoso parcheggio della funivia ci sono centinaia di auto, alcune anche incastrate tra loro e non c'è posto. Non ci resta che aspettare che qualcuno se ne vada. Sono le 11.30 e alcuni mattiniesri se ne stanno andando. Saliamo sulla funivia e ci imbattiamo in una lunga coda per accedere al secondo troncone. Ci infomrano che alla seggiovia la coda è anche peggiore. Dopo la scomoda salita in finivia scendiamo dalle facili piste fino a Bellamonte su una neve sempre più marcia. Purtoppo il Trentino questa volta ci ha deluso. L'impressione è sempre di essere intruppati in un parco divertimenti. Mi mancano gli sci d'alpinismo e i silenzi della montagna.


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