Recensione Haibike Xduro FS RC 26
Dopo anni di attesa e di ricerche di mercato decido di espandere il mio parco bici con questa nuova MTB elettrica bi-ammortizzata, dovendomene però pentire dopo pochi mesi a causa dei numerosi guasti che mi sono occorsi. l'impiego ideale di questo mezzo è per brevi utilizzi dove servono grossi picchi di potenza (salite estremamente ripide, mulattiere, pendii innevati/ghiacciati con gomme chiodate ecc..). Le lunghe uscite offroad per quato mi riguarda sono ancora riservate alla MTB muscolare. In pianura l'assistenza alla pedalata non ha alcun senso: aiuta sicuramente nelle partenze da fermo o sugli spunti ma l'interruzione prevista da codice a 25 km/h si traduce in una pedalata poco fluida in prossimità della velocità limite e in una totale inutilità per chi pedala normalmente oltre i 27km/h. La prima impressione sollevandola è di un peso davvero eccessivo che però in sella non non si sente quasi, e che sparisce totalmente non appena si attiva l'assistenza. La proporzione della spinta del motore rispetto alla pedalata è regolabile su più livelli e agisce praticamente come una droga. Se si inizia un'uscita alla massima potenza ogni abbassamento di livello ci farà sembrare la bici frenata. L'autonomia effettiva si attesta in circa un'ora e mezza di ultilizzo alla massima potenza (e se la matematica non è un'opinione basta dividere la capacità massima della batteria per il consumo max del motore per arrivare allo stesso risultato) il che si traduce in circa 1200 / 1500 metri di dislivello effettivo. In discesa l'ampia escursione delle forcelle e il maggiore peso conferiscono un'impressione di stabilità ma anche agiltà. I limiti del telaio sono rappresentati principalmente dalla ridotta altezza da terra, che porta ad un elevato rischio di collisioni della corona e dei pedali su terreni con ostacoli anche di ridotte dimensioni. Inoltre la geometria del tubo che ospita il canotto della sella non permette grosse escursioni. Con un telaio da 48 ho dovuto inizialmente tagliare il tubo della sella per regolarlo alla mia altezza (180 cm) e poi, non potendo di fatto abbassarla per le discese impegnative, ho risolto il problema sostituendolo con un CANNON pneumatico regolabile in corsa. Le carenze si evidenziano più che altro sulla parte che riguarda il motore Bosch. In particolar modo avrei trovato utilissima la fuzione "walk" che dovrebbe fornire una leggera propulsione al motore quando si spinge a mano la bicicletta. Questo sarebbe particolarmente utile su tratti estremamente ripidi o con fondo sconnesso o su lunghe scalinate visto il peso notevole della bicicletta. Bisogna considerare infatti che l'assistenza elettrica permette di superare agevolmente pendenze notevoli e che i casi di spinta sono limitati a circostanze eccezionali. Questo sistema è purtroppo penalizzato totalmente da 2 enormi limiti: 1) è necessario tenere premuto un pulsante in una posizione poco ergonomica non compatibile con la posizione di spinta su salite ripide. 2) la spinta fornita alla ruota è talmente limitata che sotto sforzo il sistema va in blocco e cessa completamente ogni tipo di assistenza. Altro limite molto grave a mio avviso è la pratica impossibilità di utilizzare la batteria Bosch per l'illuminazione. Di serie è infatti prevista una porta micro usb sul computer di bordo per poter ricaricare dispositivi elettrici ma il cavo per l'alimetazione delle luci va acquistato a parte e necessita di una riprogrammazione della centralina. Le luci sono state previste quindi solo su modelli di bici da turismo, come se le MTB non dovessero rispettare i medesimi obblighi in merito al codice della strada. GUASTILa notevole potenza generata dal sistema pedali + motore elettrico ovviamente comporta un grandissimo stress per tutti gli organi meccanici che sono soggetti a maggiori rotture rispoetto ad una bicicletta non assistita. I 250 watt del motore sommati a picchi di potenza anche superiori prodotti del ciclista si riversano su componenti che sono progettati per resistere ad un carico decisamente minore. Per questo motivo mi è capitato con frequenza di rompere maglie della catena. Questi sono però guasti prevedibili e gestibili direttamente "on the road". Ben più gravi sono quelli che sembrano aver colpito diversi ciclisti che costringono a pesanti interventi in assistenza.
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