28 Agosto 2011 Gran Paradiso salita dal rifugio Vittorio Emanuele II
Partiamo da Milano nel primo pomeriggio di sabato alla vota della valle d'Aosta. Il navigatore prevede il nostro arrivo per le 17.30 a Pont in Valsavaranche. Iniziamo a salire dopo aver tentato di acquistare generi alimentari per la salita e in meno di due ore raggiungiamo il rifugio Vittorio Emanuele II. Festeggiamo in anticipo la vetta che faremo domani, il Gran Paradiso. Alle 8.00 è il nostro turno per la cena (il secondo) che prevede un ottimo minestrone, in aternativa blocco di lasagne, spezzatino con purè e formaggio o dessert. Il tutto ovviamente innaffiato di birra. Approfittiamo per festeggiare anche il compleanno di Alberto, che ha portato una bottiglia di grappa ed uno strudel. Nemmeno a dirlo della grappa rimane solo il vetro: non ci resta che tentare di dormire. Fortunatamente ci hanno assegnato una camera quadrupla in tre ma purtroppo io non riesco a chiudere occhio tutta la notte, complice il rumore e il mancato acclimatamento. Ci iniziamo a preparare per la salita alle 3.30, in anticipo di un quarto d'ora sulla nostra tabella di marcia. La colazione prevede thè con pane burro e marmellata in abbondanza. In tutto impieghiamo piu di un ora a prepararci ma finalmente siamo in marcia, con le frontali accese nel buio pesto. Seguiamo la lunga fila di alpinisti che risalgono la morena, vagando nella notte con un passo molto simile a quello degli zombie di Romero. Il gps prevede l'alba alle 5.45 ma alle 6 il sole è ancora una troppo lontana presenza. Stiamo seguendo una via alternativa perchèsulla via normale rimane solo durissimo ghiaccio. Ancora al buio siamo costretti ad imbragarci perchè ci troviamo una piccola parete di roccia da superare. Proseguiamo sulla noiosa murena fino a raggiungere il ghiacciaio dalla via che sale da rifuguio Chabod. Ci infiliamo i ramponi e proseguiamo evitando i numerosi crepacci. Si è alzato un vento freddissimo e mentre cerco di scaldarmi le mani mi accorgo che Alberto è senza guanti! Gli presto il mio secondo paio. Ci vogliono ancora un paio di ore prima che il sole inizi a scaldarci. Raggiungiamo la cresta che porta alla vetta in circa 5 ore e ci troviamo su una cresta affollatissima. Per raggiungere la cima è necessario fare un paio di facili passaggi su roccia molto esposti ed è quindi essenziale assicurarsi su 3 spit che rappresentano un vero collo di bottiglia per chi vuole raggiungere la vetta. Facciamo coda per superare il passaggio sia in salita che in discesa ed iniziamo il lunghissimo rientro (piu di 2100 metri di dislivello).
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