30 Luglio 2007 Parapendio biposto monte Cornizzolo - Arrampicata sul CampanilettoE' una giornata soleggiata e calda (ma non troppo). Le previsioni non sono ottime, si parte comunque verso Lecco, con l'idea di fare un volo in biposto. Arrivati in atterraggio carico le vele sulla navetta, lascio gli sci di Nadia al bar (con stupore degli astanti che vorrebbero chiamare il 118) e saliamo in decollo. La vetta della montagna è parzialmente ricoperta dalle nuvole. Il decollo "risparmio" è abbastanza affollato ma la maggior parte dei piloti sembra prendersela con comodo e decidiamo di decollare da qui senza fare altra strada a piedi per raggiundere un posto più tranquillo. Stendo la vela mentre un deltaplanista attende che io liberi la "sua" zona di decollo. Ci agganciamo e decolliamo subito. Nonostante il sole sia completamente nascosto dalle nubi iniziamo a salire con una termica che si stacca ad est del decollo. In pochi minuti arriviamo a base cumulo. Ancora un paio di giri per provare l'ebbbrezza di galleggiare nella nube e poi usciamo a sud con l'aiuto del gps. Ci spostiamo verso la pianura e provo un paio di giri di vite: la vela è stabile e precisa e Paola non si spaventa. Ci spostiamo sopra il lago del Segrino per poi rientrare verso l'atterraggio. Siamo in volo da più di un'ora ed iniziamo ad aver freddo. Faccio pilotare a Paola e mi riposo godendomi il paesaggio. Riprendo i comendi poco prima di atterrare ma sento una termica che vuole riportarci su: inizio a girarla senza esitazione. Continuiamo a salire fino a superare ancora la quota del decollo, ma il freddo si fa sentire sempre di più e ritorniamo verso l'atterraggio con una vite più decisa. Ripieghiamo la vela e ripartiamo alla volta della grigna meridionale. Vorremmo fare un'arrampicata sul Campaniletto, nel gruppo del Fungo. Facciamo sosta alla panetteria ai Piani del Resinelli per mangiare una focaccia imbottita e due meritate birre e ci mettiamo in cammino alla volta del Campaniletto. Purtroppo qui siamo proprio al confine con le nuvole e il paesaggio è velato da una spessa foschia. Ci mettiamo poco più di un'ora a raggiungere l'attacco della via. Giusto il tempo di imbragarci e di spiegare a Paola che non ha mai arrampicato le basi del sistama di assicurazione con la corda e attacco il primo tratto della via. Sono alcuni mesi che non arrampico ma la ruggine non mi ha ancora bloccato. Adesso è il suo turno e deve percorrere lo stesso tratto che ho appena fatto, che è forse il più difficile e tecnico della via. Non la vedo perchè la sosta è su un balconcino dal quale non si vede sotto. Supera il passaggio più difficile senza problemi e mi raggiunge. Gli ultimi due tiri di corda si susseguono con la massima tranquillità, turbata solo parzialmente dalla prospettiva di questi passaggi molto aerei, fino a che raggiungiamo la cima di questa splendida guglia. Ci caliamo con la corda e ripercorriamo a piedi il sentiero e le ferrate che ci riportano al parcheggio. Sono ormai passate le 21 e adesso ci aspetta una meritata cena.
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