MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

4 marzo 2007

Ciaspolata a Barmasc - Parapendio a Cavallaria

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Cielo blu: finalmente una calda giornata di sole. Facciamo un'ottima colazione in albergo, raggiungiamo Davide e Paola e saliamo in auto a Barmasc a 1824 metri. Noi con le ciaspole e loro con gli sci d'alpinismo, risaliamo affondando sulla poca neve fresca caduta ieri.

a davvero caldo e il sole sta sciogliendo tutto. Il pericolo di valanghe potrebbe essere elevato ma ma ormai le slavine sono tutte già disegnate sulla montagna che rimane quasi spoglia. Solo nei punti più pianeggianti ci sono accumuli rilevanti. Decidiamo comunque di tornare indietro e ci fermiamo in un punto riparato per mangiare i nostri panini con lardo e mocetta.

La discesa è in neve fresca, attraversando boschi e pendii poco ripidi. Arrivati all'auto dobbiamo decidere cosa fare: io propongo un decollo da qui in parapendio. Il sole che scalda sta generando una brezza sostenuta da fondovalle e contrasta il vento da nord che c'è in quota.

Perdiamo tempo a cercare un decollo facile ma Giobbe cambia idea: meglio andare direttamente all'alpe Cavallaria a volare, vicono ad Ivrea. Mentre loro riportano le ciaspole al negozio di noleggio io faccio comunque una breve planata. Ci troviamo ad una macelleria dove compriamo tre filetti enormi da mangiare stasera a Milano dopo il volo.

Ripartiamo alla volta di Quassolo. Raggiungiamo l'atterraggio ma purtroppo alcuni piloti ci confermano che a quest'ora non ci sono più navette per salire in decollo.

Non ci resta che salire in auto. Ci perdiamo più volte in questo dedalo di strade e paesini fino a che riusciamo ad arrivare in cima. Il sole è ormai quasi tramontato ma una brezza sostenuta indica che ci faremo proprio un bellissimo volo. Il panorama è davvero stupendo: il cielo è lipido e terso e l'occhio spazia per decine e decine di chilometri. Ci stiamo già gustando il volo quando sentiamo la voce di Bruno provenire da qualche tornante più in basso.

Ci sta avvisando che ha bucato una gomma. Anzi due. Squarciate. E che non c'è nessuna ruota di scorta. Io e Giobbe ci chiediamo cosa fare: l'unica è scendere con le ruote sgonfie, forse sarebbe meglio che scendesse Bruno da solo lasciando l'auto più leggera.

Non c'è copertura di rete cellulare e questo rende ancora più difficile la situazione. Giobbe abbandona a malincuore l'idea del volo serale e corre a aiutare Bruno. Ormai si è fatto davvero tardi e per la tensione sbaglio un paio di decolli, mentre le tenebre si stanno impadronendo di questo posto magico.

Alle 18.40 finalmente riesco a staccarmi dal suolo ma non posso godermi il volo perchè devo sfruttare gli ultimi attimi di luce per individuare l'atterraggio. Il volo è tranquillissimo e sento in faccia la calda brezza che sale dalla valle. Seguo l'autostrada fino a trovare l'atterraggio familiare già usato altre volte. A mente cerco di ricordare gli ostacoli fissi da evitare ed atterro dolcemente.

Senza nemmeno ripiegare la vela inizio a telefonare agli amici che erano con noi a Champoluc in cerca di un passaggio. Davide è già a Milano, Marco è ancora a Champoluc ma avrebbe solo due posti mentre Paolo è in auto da solo e si trova quasi al casello di Quincinetto: potrebbe uscire e caricarci li.

Ci diamo appuntamento al casello anche con il carro attrezzi ma poi Le gomme già squarciate si sfilano dal cerchi e per loro non è più possibile proseguire. Si trovano in un paesino sperduto sulle montagne e Paolo ha fretta di rientrare a casa. Altro giro di telefonate e troviamo un passaggio dalla cugina di Bruno.

Nel frattempo io mi metto in marcia verso di loro. Mi trovo ad 8 chilometri di distanza ed il paese non c'è nemmeno sul navigatore. Ci metterei troppo a raggiungerli e quindi inverto la rotta per raggiungere sempre a piedi il casello di Quincinetto. Mentre cammino sulla provinciale incrocio Paolo che mi stava cercando e mi carica. Chiamo i soci che nel frattempo sono stati recuperati dal carro attrezzi e ci diamo appuntamento al casello di Ivrea. Finalmente siamo di nuovo in auto tutti insieme, con una macchina e qualche bagalio in meno ma tranquilli che tra non molto potremo gustare i nostri pregiatissimi filetti.

 


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