30 Luglio 2006 Parapendio Cornizzolo - Legnone - ArdennoCornizzolo, ore 12.46: siamo in decollo pronti alla partenza. E' una bellissima e caldissima giornata. Dopo alcune discussioni sui possibili itinerari decidiamo
di optare per la Valtellina. Angelo sconsiglia questa soluzione per
la forte breva che potremmo incontrare in atterraggio (il vento che
soffia lungo il lago di Lecco e lungo tutta la Valtellina). Roberto
ed altri piloti puntano verso Brunate ed oltre. Sui Corni di Canzo riusciamo a superare i 2000 metri! E' davvero una giornata stupenda: con questa quota possiamo attraversare il lago di Lecco con la massima tranquillità. Infatti dall'altra parte del lago non ci sono praticamente possibilità di atterraggio e bisogna fare nuovamente quota per superare il monte San Martino in sicurezza: quest'anno è la prima volta che attraverso da questa altezza. Massimo mi precede con la sua nuova vela più veloce della mia. Finisco di attraversare ancora con 1500 metri e ricomincio a salire. Mentre salgo ancora mi rendo conto che mi sto davvero godendo un volo bellissimo, con poca turbolenza e con generose termiche che mi evitano faticose ricerche. Fare un volo di cross significa, ogni volta che si lascia una montagna per un'altra, acquistare un biglietto di sola andata per un'altra destinazione, non sapendo se sarà possibile trovare il biglietto di rientro. Per il nostro piano di volo sapiamo però che il biglietto di ritorno sarà comunque via terra: a causa dei venti forti non sarà possibile infatti ritornare in volo dalla Valtellina. In un attimo ho raggiunto i 1800 metri e vedo il mio amico che sta già correndo verso la Grigna. Lo seguo facendo ancora 2300 metri di quota sui Piani dei Resinelli per poi sorvolare la vetta della Grignetta. Mentre osservo gli alpinisti in vetta vicino al bivacco salgo ancora fino a 2500 metri: Massimo è gia avanti e ha quasi raggiunto la Grigna settentrionale. Lo seguo mandenendomi ad Ovest di questa bellissima montagna. Qui effettivamente incontro un pò di turbolenza ma lascio subito la zona seguendo sempre l'amico che sta già facendo rotta verso i Piani delle Betulle. Perdo 700 metri circa nell'attraversamento ma riesco di nuovo a fare quota sulle Betulle. C'è anche un'altra vela che sembra voler seguire la nostra stessa strada. A 2580 metri iniziamo il traverso per portarci sul monte Legnone. L'ultima volta che siamo arrivati a questo punto eravamo partiti con una quota insufficiente, finendo sottovento, costretti ad atterrare in questa zona molto impervia. Nonostante sia questa una giornata favolosa non sono molto tranguillo pensando che da questo punto non troverò più zone per atterrare e che comunque la quota che abbiamo non ci da nessun margine di sicurezza. Le mie preoccupazioni sono confermate quando vedo che l'altra vela che ci seguiva torna indietro a metà strada. Arrivo infatti sul Legnone con 1550 metri, con una perdita di oltre 1000 metri. Mi porto vicinissimo alla pineta che c'è ad ovest, sperando di trovare ascendenza. Lotto per qualche minuto guadagnando e percendo poche manciate di metri, ma alla fine la montagna ha la meglio. Mi ero posto come limite ultimo per la mia ricerca un alpeggio a 1400 metri circa sotto al quale la valle si stringe ulteriormente senza lasciare possibilità di atterraggio. E' qui che finisce quindi il mio sogno di raggiungere Bormio e la Valtellina. Massimo invece ha perso meno quota grazie alla sua vela più veloce e vedo che riesce ad agganciare e a salire. Via radio gli comunico la mia disfatta dicendo di non aspettarmi e che tutto andava bene. Adesso potrei scendere al paese di Pagnona, attendere ben tre autobus per e impiegarci quasi 4 ore per rientrare all'auto. Oppure decollare nuovamente. Opto per la seconda opzione e, vela in spalla, inizio a salire a piedi. L'obiettivo è di raggiungere una quota sufficiente per decollare in sicurezza e proseguire il volo interrotto.
Inizio comunque il mio traverso sperando di aver migliore fortuna e mi godo lo stupendo panorama sulla Valtellina e sull'Adda che entra nel lago di Como. E' la prima volta che volo sulla bassa valle: il mio punto di vista fino ad oggi è stato di qualche migliaio di metri in meno, dalla statale che risale la valle. Vista da qui sembra molto più bella. L'euforia dura poco però: per attraversare la valle ho speso 1500 metri e mi rendo conto che la Breva è molto più forte del previsto ed arriva anche a questa quota. Solitamente rimane molto più in basso. E' un vento più veloce della mia vela e mi obbliga a seguire inesorabilmente la sua direzione. E' così forte che impedisce la formazione delle termiche e rendendo vana ogni mia ricerca di ascendenze. Sto attento ad evitare zone sottovento e relativi rotori che sarebbero pericolosissimi. Provo a fare quota in dinamica sopra un alpeggio ma fatico a contrastare la forza del vento. Capisco che ormai il volo è finito e devo trovare al più presto un posto sicuro dove atterrare. Penso a questo alpeggio, anche se sarebbe lontanissimo dalla ferrovia. Un paio di raffiche più forti mi suggeriscono di allontanarmi dalla zona. Continuo a navigare in questo mare di vento burrascoso tenendo d'occhio il fondovalle per individuare zone sicure per atterrare. Sorvolo Morbegno in un soffio e mi porto verso il Culmine di Dazio. Galleggio un po in dinamica e poi mi faccio trascinare verso Ardenno. Da qui riconosco la zona di volo avendo già fatto un decollo da monte Scermendone. Il vento qui è forse ancora più forte e mi spinge verso est a 70 chilometri orari. Individuo una zona minimamente riparata dietro il Culmine ed imposto l'atterraggio con l'acceleratore affondato. Sono pronto a collassare la vela er non farmi trascinare ma il vento è clemente e la vela si appoggia quasi gentilemte sui campi. Sono le 16.30 e adesso mi tocca la parte meno divertente: il rientro. Ripiego la vela e raggiungo la stazione di Ardenno dove scopro che il primo treno è alle 19.50. Non voglio aspettare tutto quel tempo e ritorno sulla statale facendo autostop. Fortunatamente si ferma un signore gentilissimo di Milano che mi accompagna fino a Suello dove ho l'auto. Mi raggiunge anche Massimo che è riuscito a rientrare in treno.
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