18 Marzo 2007 Parapendio Ecofly Niblogo - Alpe Solaz - Alpe Cristallo - Dosso Reit - Monte Scale - Cime di Plator - Val VezzolaGiornata di tempo incerto secondo le previsioni. Mentre facciamo colazione in albergo scruto il cielo dalla finestra e vedo qualche piccolo batuffolo bianco muoversi velocemente. Immagino che sia spinto dallo stesso vento da nord che ieri mi ha impedito di volare. Per oggi preparo quindi lo zaino leggero per una passeggiata al sole senza parapendio. Lasciamo quindi l'albergo e, prima di metterci in moto, ripiego la vela ancora stropicciata da ieri e poi via per comprare nuove bende per le ferite di Giobbe e panini per la gita di oggi. Sento per telefono Marco e secondo lui oggi sarebbe una giornata buona per volare. Noto infatti che le nuvole si muovono verso est, non più spinte dal vento da nord. Con la doverosa riserva dovuta al vento forte inizio a pensare di cambiare programma e di salire con il parapendio in spalla.
Superiamo l'alpe Solaz e Giobbe giustamente osserva che Alpe è sempre uguale a decollo. Come dargli torto? Lo sa bene chi ha provato a volare in Sardegna, dove la partorizia in montagna praticamente non è mai esistita e ogni centimetro delle montagne è ricoperto di alberi, arbusti e vegetazione varia che impedisce non solo di stendere la vela ma spesso anche di passeggiare. Ci fermiamo a mangiare i panini in un punto riparato dalle raffiche di vento. Alle 14.00 sento Marco che ha già rinunicato alla possibilità di volare vedendo il vento troppo forte. In effetti siamo al limite: le nubi non fanno nemmeno in tempo a formarsi che vengono subito portate via dal vento. Io ci metto poco a decidere che è comunque volabile e mezz'ora più tardi, con il prezioso aiuto di Bruno e Gobbe che tengono a bada la vela mentre mi preparo, sono in volo. La turbolenza si fa sentire subito, ed inizio a salire come un missile senza quasi riuscire ad avanzare. Cerco di portarmi sopravento rispetto al dosso di Reit che sta creando questa turbolenza e in pochi istanti sono sopra il nevaio che sovrasta la strada militare dell'Ables. Attraverso la valle facendo ancora quota sulla cresta di Reit. Sono sufficientemente alto per osservare il Passo dello Stelvio e la valle dei Vitelli. Proseguo verso il Monte Scale con l'acceleratore al massimo per evitare di entrare nella valle dello Stelvio. Osservo i laghi di Cancano le creste dall'alto. Il panorama è favoloso e penso che valga la pena di vivere anche solo per giorni come questi. Avanzo lentamente sopra la valle di Isolaccia e la mente si affolla di ricordi di esperienze vissute qui quando avevo la casa. Sopra alla cava faccio nuovamente quota superando le cime di Plator. Vorrei davvero arrivare a Livigno ma è un itinerario che non ho mai fatto in volo e il vento è davvero molto forte. Sorvolo la val Vezzola, dove qualche anno fa siamo stati
contretti a chiamare l'elisoccorso per recuperare Giangi che si era
rotto una caviglia. Qui incontro parecchia turbolenza e decido di ritornare
verso il decollo, per atterrare vicino all'auto. Ripercorro la stessa
strada all'indietro, con meno quota ma con la tranquillità di
chi sta per andare verso un sicuro atterraggio. Infatti con la Breva
forte (Marco per telefono mi ha detto che soffiava a piu di 45 chilometri
orari) è praticamente impossibile atterrare a Bormio. Appena
rientro in Valfurva mi trovo in una zona di forte turbolenza: proseguo
sperando che finisca ma si balla sempre di più. Nel frattempo una leggera foschia si è impadronita
delle valli e rende meno nitido il bellissimo paesaggio. Sono stato in volo più di due ore e sono davvero felice per la bellissima esperienza. Chiamo gli amici che sono ancora a piedi sulla strada del rientro, mi carico il parapendio in spalla e mi dirigo a piedi verso Bormio. Il cielo si sta lentamente coprendo e le nuvole si sono abbassate: mi godo gli ultimi attimi di uno stupendo sole che sta tramontando colorando di rosso le strade del cielo. Recuperato dagli amici ripartiamo verso Milano, facendo tappa in un agriturismo a Talamona per cenare. Tutto bene fino al secondo, che costringe Bruno e Giobbe ad una scena alla Mister Bean: iniziano ad imboscare sciatt immangiabili dentro ai tovaglioli per farli sparire in bagno in pochi secondi.
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