MONTAGNA di LOMBARDIAMONTAGNA di LOMBARDIA

3 Marzo 2007

Parapendio Alpe Combassi - arrampicata Arnad "topo pazzo" - Champoluc

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Nonostante le previsioni di brutto tempo sulla Valdaosta partiamo alla volta di Champoluc. Sentiamo per telefono gli amici che sono già lì e purtroppo ci confermano che sta piovendo. Anche alla Thuile piove.

Noi siamo ancora in autostrada e, a parte la solita foschia che circonda la pianura, il tempo non ci sembra brutto. Passiamo tutto il viaggio a discutere cosa fare: Parapendio a Cavallaria? Arrampicata ad Arnad? Ferrate a Gressoney o Cervinia? A momenti sembra di delirare.

Usciamo al casello di Pont St Martin: da qui si vede chiaramente che la copertura nuvolosa circonda tutte le valli a nord, che dobbiamo quindi dobbiamo escludere se vogliamo trovare il sole.

Decidiamo finalmente di andare ad arrampicare ad Arnad. Giobbe ha già provato ma per Bruno sarebbe la prima volta. Ci fermiamo a prendere un caffè e poi raggiungiamo la base della falesia. Non appena siamo imbragati pronti a salire inizia a piovere. La roccia bagnata diventa subito scivolosissima e siamo costretti a cambiare programma.

Altri attimi di delirio sulla scelta della destinazione e decidiamo di fare una passeggiata su una montagna a noi sconosciuta: l'unica al sole. Fatto rifornimento di viveri imbocchiamo una stretta stradina a tornanti e la seguiamo fino a che siamo costretti a lasciare l'auto che non riesce più ad arrancare in salita a causa della neve.

Iniziamo la nostra passeggiata verso le 12.00, seguendo le orme di qualcuno che ha avuto la nostra stessa idea. Io mi porto in spalla il parapendio: anche se le condizioni meteo non sono ideali vorrei scendere in volo. Camminiamo su pendii innevati recentemente tra boschi, malghe e radure.

Arriviamo ad un pianoro e decidiamo di fare uno spuntino, approfittando anche per prendere un pò di sole. Riparati dal tetto di una malga osserviamo la furia del vento in quota che muove velocemente le nuvole. La nostra pausa viene bruscamente interrotta da una forte raffica di vento che ci suggerisce di rivestirci ed iniziare la nostra discesa.

Siamo in una zona di confine tra masse di aria che si scontrano violentemente: in quota il vento soffia a più di 200 kmh da ovest-nord-ovest e più in basso un vento da sud spinge l'umidità verso l'alta valle. Pur non ricorrendo le condizioni ottimali per volare valuto il rischio accettabile e decido di decollare, in un momento di relativa tranquillità.

Decollo subito facendo quota e mi trovo un forte vento contrario che non fa avanzare. Sebbene il cielo sia limpido mi trovo in una tempesta di aria. Il mio primo obiettivo è quello di superare i cavi dell'alta tensione che attraversano la valle, cercando di tenere anche la vela aperta che, con le forti raffiche di vento, sembra un puledro impazzito. Ad un certo punto mi trovo anche involtontariamente in vite ed assecondo la vela accompagnandola con un secondo giro.

Non appena supero i cavi dell'alta tensione sono più tranquillo e aggancio l'acceleratore per portarmi prima possibile in centrovalle. Il variometro indica che continuo a salire, ma non voglio raggiungere zone di turbolenza ancora maggiore , quindi chiudo le orecchie della vela per scendere prima. Qualche distrazione e mi trovo un paio di volte con la vela chiusa.

Mollo l'acceleratore ed inizio a pensare all'atterraggio. Analizzo la zona analizzando pericoli ed insidie e individuo un ampio prato nei pressi di un campo da calcio. Un'ultimo tentativo di chiusura della vela mi avverte che sono entrato in un wind shear.

Adesso il vento non è più contro di me ma alle mie spalle: infatti il contachilometri segna più di 50 kmh. Faccio una virata ed imposto l'atterragio in direzione opposta. Mentre sto lottando per ripiegare la vela arrivano Giobbe e Bruno in auto.

Ripartiamo alla volta di Champoluc, facendo una tappa ad Arnad visto che ormai è uscito il sole anche qui. Ci divertiamo ad arrampicare sul primo tiro della via del "Topo Pazzo". Il tempo però stringe e corriamo verso Champoluc: ci aspetta la ferrata sugli alberi. Sulla strada a tornanti veniamo sfidati da una muscolosa Bmw station wagon, ma riusciamo ad avere la meglio. Ci fermiamo in pasticceria e recuperiamo Davide che si aggrega a noi. Affrontiamo questo ultimo percorso investendo 18€ ma sotratutto le nostre ultime energie.

E' ora di cena e dopo una doccia calda in albergo saliamo a Barmasc con Paolo, Fabio e Lorenza e dove ci aspetta polenta concia, spezzatino e salsiccie. Per meglio apprezzare l'eclisse di luna lasciamo l'auto a Paolo e scendiamo a piedi.

Attraversando un piccolo agglomerato di case sentiamo qualcuno che urla prendendosela con noi. Ha la voce decisamente alterata e sembra ubriaco. Ci insegue e da una scalinata inizia a spararci con una mitragliatrice a pallini di plastica. Per Giobbe questo è un affronto insostenibile, quindi dobbiamo tornare indietro a dargli una lezione. Indosiati i panni di guerra, ci mettiamo a correre in salita verso di lui, urlando come forsennati ma il suo vantaggio gli permette di eclissarsi. Ci armiamo di badili, sassi e bastoni ed iniziamo la ricerca nel piccolo villaggio.

Esce una signora chiedendo cosa succede, le spieghiamo gentilmente che vorremmo capire chi ci sparava. Ad un certo punto sbuca un ragazzino con l'aria colpevole che balbettando dice di non essere stato lui e che era ad una festa. Capiamo che, molto probabilmente, da come era spaventato, era lui.

Proseguimo la nostra discesa a piedi correndo sui prati. Stanchi per la giornata ci interroghiamo sui meccanismi di rivoluzione dei pianeti.

 


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